L’aumento del gasolio ha fermato i pescherecci in tutta Italia. Fermi nei porti protestano contro questa emergenza.
In molte città italiane i pescherecci restano fermi nei porti per protestare contro il caro gasolio. Quasi tutte le marinerie italiane dai porti hanno trasferito la protesta a Roma davanti al ministero delle politiche agricole per portare luce sul problema della pesca. Dalle Marche al Tirreno, tutte le città portuali di costa si sono mobilitate contro il rincaro del carburante per i pescherecci.
I pescherecci non usciranno in mare per pescare pesce fresco nei mari italiani per il costo del gasolio e resteranno nei porti finché il governo non provvederà a ristori o soluzioni per il mondo della pesca. L’Associazione produttori Pesca annuncia che l’80% delle marinerie italiane ha preso parte alla protesta. Il costo del gasolio è diventato insostenibile, la protesta quindi è da prevedere ad oltranza perché rende impossibile l’attività della pesca. Civitanova Marche, Pescara, Viareggio, Taranto tutte le altre città portuali decidono di restare ferme e non proseguire l’attività per non mettere in moto i pescherecci.
Sciopero delle marinerie in tutta Italia
“Non riusciamo più a sostenere i costi. Un’uscita in mare è diventata insostenibile: vanno coperte le spese, in primis il prezzo del carburante arrivato alle stelle. Se il valore del pescato non supera i costi ovviamente andiamo sotto. Chiaro che questa, insieme a tutte le altre problematiche del comparto, diventa una montagna difficile da scalare. Ragion per cui sono moltissimi alla fine a cedere e ad abbandonare questa attività per cercare altro e condurre una vita dignitosa”. Recita così il comunicato dei pescatori di Taranto che chiede l’aiuto del governo.
Il prezzo del gasolio e della benzina è aumentato a dismisura come non succedeva da anni in pochissimo tempo, soprattutto negli ultimi 14 giorni di guerra. «Occorre nell’immediato una soluzione tampone attraverso misure di sostegno che vanno erogate direttamente alle imprese e che sono necessarie per coprire i maggiori costi» ha detto Gilberto Ferrari, di Confcooperative Fedagripesca.