Un motivo futile, poi l’aggressione. Brutale pestaggio ad opera di una baby gang ad un uomo di 49 anni. Il racconto orribile della vittima.
Non si sarebbe mai aspettato un’aggressione del genere, specie senza un motivo importante. A Repubblica, Alessandro Gennuso, un uomo di 49 anni, ha raccontato il brutale pestaggio subito da parte di una baby gang a Settimo Torinese. Un episodio che lo ha segnato e che lo ha portato a rischiare la vita.
Pestaggio da parte di una baby gang: i fatti
La violenta aggressione subita dall’uomo a Settimo Torinese da parte di una baby gang risale allo scorso 30 maggio. La vittima, Alessandro Gennuso, 49 anni, è stata picchiata da un gruppo di ragazzini per un accendino. Un motivo futile che, però, poteva costargli la vita. Ad assalirlo sono stati ben quattro giovani ai quali, per altro, il signore aveva anche già consegnato quanto richiesto, un accendino appunto.
Dopo alcuni insulti, ecco la colluttazione con tanto di gravi conseguenze riportate dall’uomo: frattura di una costola e un pesante taglio alla testa.
Il racconto della vittima
A Repubblica, dopo alcuni mesi dall’episodio, l’uomo ha raccontato quanto accaduto. Parole forti che fanno capire la brutalità di quanto capitato: “Ero uscito a fare due passi visto che da giorni stavo accudendo mia madre malata. Sono andato al bar in via Leinì, ho scambiato due chiacchiere con dei conoscenti, stavo per tornarmene a casa quando sono stato avvicinato da quattro ragazzi che erano davanti al distributore automatico di sigarette”, ha detto Gennuso.
“Mi hanno chiesto da accendere e uno di loro mi ha risposto: ‘Io ottengo sempre quello che voglio'”. Dopo aver dato loro l’accendino, però, ecco volare insulti gratuiti. “[…] Al quarto ‘figlio di…’, mi sono girato e ho chiesto cosa volessero. Uno di loro mi ha risposto: ‘Vieni qui che te lo spiego’. Appena mi sono avvicinato mi ha colpito con un pugno e sono caduto a terra. Subito dopo si sono avventati su di me in gruppo”.
Le parole dell’uomo sono ancora peggiori poco dopo quando il racconto della violenza subita va avanti: “Loro erano in 4 e io ero solo. Erano come diavoli, mi hanno mitragliato di calci, ero quasi svenuto. Ricordo solo che mi era caduto il cellulare a terra e ho visto che qualcuno lo prendeva a calci”.
Per il momento la vittima dell’aggressione non intende perdonare i ragazzi: “Non me la sento. Sono stato male per mesi e non ho potuto lavorare. Mi hanno massacrato senza motivo e nessuno di loro ha provato a chiedermi scusa”.