Nuovi focolai di peste suina africana stanno colpendo il nord Italia. Coldiretti richiede interventi urgenti.
Dopo i 6 focolai confermati a partire dal 26 luglio, la situazione della peste suina africana in Italia sta raggiungendo livelli critici. I nuovi sono stati segnalati in Lombardia e Piemonte. Coldiretti ha lanciato un allerta, sottolineando l’urgenza di intervenire per evitare che l’epidemia comprometta ulteriormente il settore suinicolo italiano. La crisi sta già avendo gravi ripercussioni sulle aziende agricole, con province come Lodi, Pavia, Vercelli e Novara particolarmente colpite.
Nuovi focolai di peste suina: ecco dove
La peste suina africana (PSA) sta avanzando rapidamente in Lombardia e Piemonte, creando una situazione di emergenza per il settore suinicolo. Coldiretti ha espresso preoccupazione per l’espansione del virus e le sue conseguenze devastanti su numerose aziende: “I nuovi focolai sono un segnale allarmante di come la situazione abbia raggiunto livelli emergenziali e si stia allargando in maniera rapida e pericolosa. Cosi la Coldiretti, sui nuovi casi di Psa che stanno investendo Lombardia e Piemonte, in particolare nelle province di Lodi, Pavia, Vercelli e Novara”. L’associazione agricola sottolinea che è fondamentale adottare misure urgenti per contrastare la diffusione del virus e mitigare i danni alle imprese agricole coinvolte.
Interventi urgenti
Per affrontare l’emergenza, Coldiretti ha proposto quattro interventi cruciali. In primo luogo, è necessario erogare indennizzi alle aziende colpite dalla peste suina africana, comprese le scrofaie e gli allevatori che subiscono perdite da fermo aziendale. In secondo luogo, bisogna garantire risarcimenti agli allevatori di ingrasso per il mancato reddito e monitorare attentamente i prezzi dei suini per prevenire speculazioni: “Queste sono le prime azioni urgenti che possono sostenere, in questa fase di emergenza, una filiera come quella suinicola italiana che e una delle più performanti dell’intero sistema agroalimentare nazionale con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro, centomila posti di lavoro e 10 milioni di animali allevati che rappresentano il prodotto di base per la filiera dei grandi prosciutti Dop italiani (Parma San Daniele ma non solo) anche degli altri 20 tipicità Dop dei salumi”. Infine, è quindi essenziale sospendere mutui e contributi per le aziende in difficoltà. Questi interventi sono considerati vitali per sostenere una filiera che è fondamentale per l’economia agroalimentare italiana, con un valore di circa 20 miliardi di euro e che sostiene circa 100.000 posti di lavoro.