Caso Petrocelli: il filoputiniano non molla la commissione in Senato

Caso Petrocelli: il filoputiniano non molla la commissione in Senato

Dopo la dimissione di tutti i componenti, la commissione esteri potrebbe sciogliersi domani.

Il presidente della Commissione esteri in Senato Vito Petrocelli sta per essere dimesso dal suo ruolo. Dopo la decisione di tutti i componenti della commissione di dimettersi, la giunta per il regolamento dovrebbe proseguire a sciogliere la commissione. In questo modo, cadrebbe anche il ruolo dell’ex grillino putiniano. Ma Petrocelli non molla la presa e dopo aver minacciato il ricorso alla Corte Costituzionale, non si pente di quello che ha scritto.

Aver postato la Z della Russia, secondo lui, è stata soltanto «una provocazione contro la retorica della Nato e gli slogan neonazisti». Ovvero «quelli che esaltano il Battaglione Azov come degli eroi. E mi stupisce che parte della sinistra ci passi sopra». Queste sono le parole del senatore, convinto che le sue dimissioni forzate dipendano dal fatto che sia contrario all’invio di armi in Ucraina.

Petrocelli attacca il presidente ucraino Zelensky perché legittima i nazisti dicendo che «ha inserito il Battaglione Azov nella guardia nazionale». Poi rincara la dose, dando una buona parte di responsabilità del conflitto alla Nato e alle sue pressioni. «Non giustifico l’invasione, ma capisco cosa vuol dire avere tutti gli armamenti Nato alle porte. L’Ucraina era un Paese fallito ed è stato tenuto in piedi dagli americani con questo espediente. Questo lo dicevano anche i miei colleghi M5s Manlio Di Stefano e Marta Grande nella scorsa legislatura».

Senato

Petrocelli fedele al programma del M5S

Dice che «l’Europa dovrebbe avviare un negoziato serio, ma finché invierà aiuti militari non sarà credibile agli occhi della Russia». Inoltre, il senatore Petrocelli sottolinea che non è stato ancora formalmente espulso dal M5S ma quando arriverà la comunicazione le accetterà senza ricorso. Il motivo è che il m5s è cambiato. Attacca il ministro Di Maio e la sua svolta atlantista mentre lui è fedele al vecchio programma del Movimento. Attacca poi gli Usa e Draghi esortando Conte a votare la sfiducia al premier per essere coerente.

Sulla guerra, Petrocelli rivela di aver avviato personali trattative di pace tra Ucraina e Russia. «Ho mandato una mail per avviare un negoziato parlamentare con Russia, Ucraina e Turchia per il tramite delle rispettive ambasciate». Parlando di Putin, Petrocelli dice che «Non è un modello, ma se piace ai russi affari loro». La sua «è una democratura, ma non per questo dev’essere criminalizzata».