Il piano industriale della nuova Alitalia: i numeri e gli obiettivi
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Direttore: Alessandro Plateroti

La nuova Alitalia presenta il piano industriale, protestano i sindacati

Alitalia

Parte tra le polemiche la nuova Alitalia, costretta a fare i conti con la protesta dei sindacati che non approvano il piano industriale.

La nuova Alitalia presenta il piano industriale 2021-2025 e incassa le prime critiche, anche veementi, da parte dei sindacati.

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Alitalia, il piano industriale

Stando a quanto riportato nel piano industriale, la nuova Alitalia, o Alitalia-Ita, prenderà il via il prossimo mese di aprile e farà affidamento su 5.500 dipendenti circa, la metà dei 10.500 di quelli impiegati oggi. La metà che resta esclusa resta nella vecchia compagnia, sotto amministrazione straordinaria.

La nuova Alitalia-Ita partirà ad aprile con circa la metà dei dipendenti attuali: fra 5.200 e 5.500 rispetto ai 10.500 di oggi e 52 aerei. L’altra metà resterà nella vecchia compagnia in amministrazione straordinaria.

Gli obiettivi Ita al 2025 prevedono 3,4 mld di ricavi, 93 rotte, un ebit del 7%, 80 aerei di nuova generazione e 9.500 dipendenti“, ha fatto sapere Fabio Lezzerini, Ad della nuova compagnia.

Numeri alla mano, Ita punta ad un ricavo di poco meno di un miliardo per i primi nove mesi del 2021. Ricavi che poi si dovrebbero raddoppiare nel corso dell’anno successivo. Al termine del piano si dovrebbe arrivare a ricavi per 3 miliardi e mezzo circa con la possibilità di trasportare 22 milioni e mezzo di passeggeri lungo 93 rotte e con una flotta con più di ottanta aerei.

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I sindacati protestano

Il piano ha provocato la reazione dei sindacati, che chiedono l’intervento del Ministero del Tesoro per rimediare ad un piano considerato inaccettabile.

Con poco più di 50 aerei si va verso l’avvio di una mini compagnia, contraddistinta da un piano insoddisfacente da tutti i punti di vista, industriale ed occupazionale“, attaccano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo come riferito dall’AGI. I sindacati chiamano in causa anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze, azionista della nuova compagnia. “Serve più coraggio da parte dell’azionista Mef per dare un indirizzo chiaro al cda e all’ad, visto che i 3 miliardi, investiti dal Governo sono stati stanziati per rilanciare Alitalia e tutto il trasporto aereo, non per licenziare“.

Non si è fatta attendere la replica dell’Amministratore delegato della nuova Alitalia che apre al dialogo e si dice convinto che si possa trovare un punto di incontro.

“I sindacati hanno fatto un commento legittimo. Giusto che ognuno faccia il suo lavoro e prenda le sue posizioni: siccome l’obiettivo comune è quello di rilanciare la compagnia, troveremo un punto d’incontro. Noi dobbiamo capire come assicurare un percorso di sostenibilità per Ita. Bisogna avere un approccio che sia graduale il più possibile per garantire un percorso profittevole della compagnia”.

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ultimo aggiornamento: 19 Dicembre 2020 14:42

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