Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato in Cdm. Cosa prevede

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato in Cdm. Cosa prevede

Coronavirus, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato in Consiglio dei Ministri il 12 gennaio 2021.

Con l’approvazione in Consiglio dei Ministri nella serata del 12 gennaio, il governo presenta il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR o Recovery plan) che, crisi di governo permettendo, sarà presentato prima in Parlamento e poi a Bruxelles. Nel comunicato stampa pubblicato alla conclusione del Cdm, vengono illustrati i progetti principali del Piano e la gestione delle spese nel corso dei prossimi anni.

Il Piano dovrà dare attuazione, nel nostro Paese, al programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia da COVID-19“, recita il comunicato pubblicato sul sito di Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri.

I tre obiettivi strategici del Piano nazionale di ripresa e resilienza

Il PNRR è finanziato principalmente con i soldi messi sul piatto dall’Unione europea con il programma Next Generation EU.

Il Piano ha tre obiettivi strategici che rispondono anche alle indicazioni arrivate proprio dall’Unione europea. I tre obiettivi sono:

Digitalizzazione e innovazione
Transizione ecologica
Inclusione sociale

Fonte foto: http://www.governo.it/it/articolo/comunicato-del-consiglio-dei-ministri-n-89/16017

Le sei missioni del PNRR

Si dovrebbe arrivare al raggiungimento dei tre macro-obiettivi passando per sei missioni più dettagliate più specifiche.

digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
rivoluzione verde e transizione ecologica;
infrastrutture per una mobilità sostenibile;
istruzione e ricerca;
inclusione e coesione;
salute.

Il governo puntualizza che il Piano può essere realizzato solo a fronte di una collaborazione tra pubblico e privato, due mondi chiamati a collaborare per il rilancio del Paese.

“Il Piano consente di affrontare, in modo radicale, le profonde trasformazioni imposte dalla duplice transizione, ecologica e digitale, una sfida che richiede una forte collaborazione fra pubblico e privato. Inoltre, attraverso un approccio integrato e orizzontale, si mira al rafforzamento del ruolo della donna e al contrasto alle discriminazioni di genere, all’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno. Tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in modo trasversale”.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: i fondi

Per le sei missioni sono stanziati 210 miliardi di euro. 144 circa sono destinati al finanziamento di nuovi progetti, quasi 66 miliardi invece sono dedicati ai progetti in essere, quindi quelli già avviati e che ora, rientrando nel Recovery plan, dovrebbero ricevere una significativa accelerazione.

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