Cosa prevede il piano di Rilancio presentato da Conte. Luci e ombre dopo gli Stati Generali

Cosa prevede il piano di Rilancio presentato da Conte. Luci e ombre dopo gli Stati Generali

Stati Generali conclusi, ora bisogna mettere in piedi il piano rilancio: cosa prevede la proposta illustrata da Conte in occasione degli incontri a villa Pamphili.

Conclusi gli Stati Generali fortemente voluti dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il governo, piano di Rilancio alla mano, deve passare alla fase 2.

Deve fare un bilancio delle proposte raccolte dai vari rappresentanti ospitati a Villa Pamhili, deve confrontarli con il piano presentato e deve iniziare a fare di conto per capire come muoversi, con quali tempi e con quali conseguenze.

Fine degli Stati Generali, ora bisogna rendere operativo il piano

Dal punto di vista teorico il governo si è mosso con grande rapidità e con il giusto tempismo. Dopo l’apertura della Commissione europea sul Recovery fund Conte ha messo i ministri al lavoro e ha elaborato un piano composto da centinaia di proposte, progetti e passaggi.

Ma ora viene la parte difficile. Mettere in moto la macchina, avviare il progetto superando anche quelle che possono essere le divisioni politiche all’interno della maggioranza. Divisioni inevitabili. Ogni ministro e ogni forza politica ha priorità differenti. Ognuno spenderebbe i fondi in modo diverso e in maniera differente. Qualche scontento c’è. Inevitabilmente.

Roma 20/06/2018 – Il Presidente del Consiglio dei Ministri incontra il Presidente del Consiglio Europeo / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Giuseppe Conte

Cosa prevede il piano di Rilancio

Ma partiamo dalle basi. Cosa prevede il piano di Rilancio? Le direttrici principali del piano presentato dal Presidente del Consiglio sono tre:

Modernizzazione del Paese
Transizione ecologica ( o rivoluzione Green)
Italia maggiormente inclusiva (dal punto di vista economico e sociale)

Ovviamente da ogni direttrice parte un percorso di riforme e obiettivi. Per quanto riguarda la modernizzazione si parla di digitalizzazione ma anche di infrastrutture. Alta Velocità rafforzamento delle rete stradale e ferroviaria, ad esempio. Ma nel piano c’è anche un passaggio verso il pagamento elettronico, da preferire al contante e banda larga

Per quanto riguarda la transizione ecologica lo scopo è quello di trasformare l’impianto produttivo italiano in una realtà green e tecnologica.

Il terzo punto di fatto è quello più complicato. Bisogna intervenire in favore dei lavoratori, bisogna muoversi per ridurre le disuguaglianze sociali, tanto per fare due esempi. Obiettivi da raggiungere ad esempio con il salario minimo, lavoro giovanile. Ma entriamo veramente in una giungla di provvedimenti. Alcuni innovativi, altri decisamente meno.

16/05/2020 Roma – conferenza stampa Presidente del Consiglio dei Ministri / foto Alessandro Serrano’/Pool/Insidefoto/Image nella foto: Giuseppe Conte

Il nodo politico

Il problema politico esiste, inutile negarlo. Le differenti sensibilità presenti nella maggioranza di governo si traducono in spinte e priorità differenti.

Uno dei temi divisivi, ad esempio, è quello della Cassa Integrazione. Il Movimento 5 stelle vorrebbe prorogare la misura, vista come un deterrente contro i licenziamenti. Nel Partito democratico starebbe nascendo una corrente di pensiero contraria, secondo cui insistere con la Cassa integrazione sarebbe controproducente per il sistema economico, che rimarrebbe paralizzato nel momento in cui servirebbe una spinta forte e immediata.

Il nodo economico

Oltre al problema politico, il governo deve fare i conti con i problemi di natura prettamente economica. Il piano passerà molto probabilmente per un nuovo scostamento di bilancio, il terzo in pochi mesi. Appuntamento in Parlamento, dove presto o tardi si parlerà anche del Mes.

Sul piano rilancio c’è anche un ‘nodo’ europeo

Per il piano del governo è fondamentale il Recovery fund europeo. Senza i soldi messi sul piatto dalla Commissione ue il governo dovrebbe rivedere il proprio piano. Una fuga all’indietro difficile a quel punto da giustificare.

Al termine dell’ultimo Consiglio europeo i Paesi del Nord hanno confermato la risposta negativa alla proposta della von der Leyen, ma in generale c’è un cauto ottimismo sul definitivo via libera. Resta da capire se possa effettivamente scattare il semaforo verde prima della fine di agosto.

Se l’Europa dovesse allinearsi e accettare il piano della Commissione, l’Italia dovrà presentare i suoi piani a Bruxelles, attendere l’esito dell’analisi e adeguasi ai fondi stanziati step by step.

Argomenti