Piantedosi, la minaccia terrorismo in Italia: “Sappiamo quanti sono i sospetti”

Piantedosi, la minaccia terrorismo in Italia: “Sappiamo quanti sono i sospetti”

L’allarme terrorismo preoccupa anche l’Italia. Il ministro Piantedosi ha fatto chiarezza anche sul numero di persone sospette nel Bel Paese.

Dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas e i casi di terrorismo tra Francia e Belgio, anche in Italia l’allerta è massima. Sul tema ha parlato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha fatto il punto sulla realtà presente nel nostro Paese ai microfoni di Rai Radio 1 durante la trasmissione ‘Giù la maschera’.

Piantedosi e la minaccia terrorismo in Italia

Matteo Piantedosi

Il discorso terrorismo in Italia è stato affrontato nel dettaglio da Piantedosi partendo dagli arresti di Milano. Il ministro ha spiegato che nel Bel Paese la situazione è sotto controllo ma ci sono decine di personaggi sotto osservazione. “Arresti a Milano? Non sono casi isolati: ci sono situazioni che stiamo attenzionando”, ha ammesso.

“Quello che è emerso è che non esisterebbe un’organizzazione vera e propria in Italia e che quindi coordini. Sono soggetti abbastanza svincolati fra di loro: questi due soggetti a Milano avevano dei collegamenti che si fondavano sull’utilizzo della rete. C’era anche un passaggio di denaro. È difficile escludere che ce ne siano altri: l’attenzione è costante e diversi personaggi sono sotto osservazione”.

I numeri dei “sospetti”

Il ministro ha deciso di svelare le carte parlando anche in termini di numeri e spiegando che in Italia ci sarebbero diversi soggetti nel mirino della sicurezza: “Quanti sono? Sono circa 28 mila in totale, mentre 286 sono quelli di massima sensibilità e che quindi hanno una formula di vigilanza fissa, anche con militari dell’esercito. Però mi sento di escludere che esista un’organizzazione radicata sul territorio che li coordini”, ha concluso il ministro Piantedosi.

Insomma, al momento non sembra esserci un disegno terroristico in Italia ma solo dei soggetti sensibili che, comunque, sono tenuti sotto osservazione costanza dalle forze dell’ordine.