Il ministro dell’Interno Piantedosi pensa ad un nuovo piano per garantire la sicurezza nei luoghi pubblici: l’identificazione facciale.
Dal Viminale arriva un’altra idea per garantire la sicurezza, soprattutto nelle grandi città. Il ministro dell’Interno Piantedosi pensa di introdurre il riconoscimento facciale nel nuovo piano per la sicurezza oltre al potenziamento delle forze dell’ordine e all’aumento delle espulsioni di stranieri irregolari.
L’annuncio arriva dallo stesso Piantedosi in un’intervista a Quotidiano nazionale spiegando che arriveranno interventi nelle tre grandi città metropolitane, Roma, Milano e Napoli, per evitare che si ripetano episodi come lo stupro avvenuto alla stazione centrale di Milano. Le stazioni, soprattutto quella di Milano, stanno diventando sempre più teatri di criminalità e violenza. Il piano del Viminale parte proprio da questi luoghi.
Videosorveglianza e privacy
Il piano dell’Interno, allarga quello delle stazioni sicure che ha portato ad arresti e denunce. Nonostante la situazione stia migliorando, dice Piantedosi, ancora non basta. Per questo, l’obiettivo è “continuare ad aumentare la presenza delle forze di polizia nei luoghi ad alta frequentazione: soprattutto le stazioni, ma anche ospedali e aree commerciali“. Il ministro ha incontrato i sindaci delle città metropolitane per concordare il rafforzamento dei controlli.
I dati, nonostante le violenze e gli episodi di criminalità, mostrano che le nostre città sono più sicure di quelle europee e nordamericane, sottolinea Piantedosi. Però “occorre agire per combattere il degrado e la crescente emarginazione sociale, che finiscono per alimentare fenomeni criminali e insicurezza”. Per questo motivo bisogna incrementare i rimpatri e le espulsioni e potenziare i centri di permanenza e rimpatrio.
Secondo Piantedosi, “la videosorveglianza è uno strumento fondamentale“ e “la sua progressiva estensione è obiettivo condiviso con tutti i sindaci”. Anche se “il diritto alla sicurezza va bilanciato con il diritto alla privacy. C’è un punto di equilibrio che si può e si deve trovare. Proprio in questi giorni abbiamo avviato specifiche interlocuzioni con il Garante per trovare una soluzione condivisa” spiega il ministro. Un pensiero contrastato però dal Pd che ricorda che questa misura è vietata in Italia con una moratoria e si batterà per far diventare il riconoscimento facciale proibito finché non si esprimerà l’Europa a riguardo.