Pierina Paganelli, la decisione sulla scarcerazione di Dassilva
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Pierina Paganelli, la scarcerazione di Dassilva: cosa ha deciso il giudice

Pierina Paganelli

Il gip di Rimini ha respinto la richiesta di scarcerazione per Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli.

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Rimini, come riportato da Tgcom24, ha respinto la richiesta di scarcerazione per Louis Dassilva, arrestato il 17 luglio con l’accusa di aver ucciso Pierina Paganelli, 78 anni. L’uomo, dunque, resta quindi in carcere, in attesa della sentenza per l’udienza dell’incidente probatorio fissata per il 28 aprile. Nel frattempo, gli inquirenti proseguono con le indagini su un audio risalente al giorno dell’omicidio.

Cella carcere

Omicidio Pierina Paganelli: vicini al rinvio a giudizio

Il 28 aprile è fissata l’ultima udienza dell’incidente probatorio, nella quale il perito nominato dal giudice dovrà rispondere a un quesito chiave: il colore della pelle del soggetto ripreso dalla “cam3”, la telecamera di sorveglianza della farmacia, la notte dell’omicidio. Una risposta che potrebbe essere determinante per il futuro del procedimento.

Dopo questa fase, le indagini saranno formalmente concluse. In vista del 16 luglio 2025, data in cui scade la carcerazione preventiva, si attende la richiesta di rinvio a giudizio. Se i tempi saranno rispettati, il processo in Corte d’Assise potrebbe iniziare già alla fine di settembre.

I dubbi della Procura su Louis Dassilva

Secondo gli inquirenti, Louis Dassilva avrebbe fornito dichiarazioni non coerenti con le prove scientifiche raccolte. Il 35enne ha raccontato di aver toccato il corpo della vittima la mattina del 4 ottobre 2023, giorno del ritrovamento del cadavere. Affermando di aver messo una mano sul collo della donna “a destra” per capire se fosse ancora in vita. Tuttavia, gli accertamenti avrebbero dimostrato che, se così fosse stato, si sarebbe sporcato di sangue, cosa che non è avvenuta. Inoltre, nessuno dei presenti quella mattina avrebbe visto l’uomo compiere tale gesto.

Per la Procura, la sua versione rappresenta un tentativo di giustificare in anticipo la possibile presenza del proprio DNA sulla scena del crimine. A rafforzare i sospetti degli investigatori c’è anche una conversazione registrata tra lui e la moglie, Valeria Bartolucci, durante un colloquio in carcere.

Quando la donna gli comunica: “Il tuo dna non c’è, hanno detto in tv“, lui risponde sorpreso: “Davvero?“, facendosi il segno della croce e portandosi le mani al volto. La Procura ritiene che Dassilva temesse il ritrovamento di tracce genetiche, tanto da coinvolgere anche la sua ex compagna il giorno del ritrovamento del corpo.

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ultimo aggiornamento: 14 Aprile 2025 14:40

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