Omicidio Pierina Paganelli, gli ultimi sviluppi del caso Bianchi-Bartolucci: le minacce anche alla figlia minorenne.
Il caso legato alla morte di Pierina Paganelli, avvenuta a Rimini nell’ottobre 2023, continua a generare strascichi giudiziari tra Valeria Bartolucci e Manuela Bianchi.
Al centro delle recenti indagini preliminari, vi è la moglie di Louis Dassilva, l’uomo accusato dell’omicidio della Paganelli.
L’infermiera, che ha ricevuto una notifica di conclusione delle indagini preliminari, è ora sotto inchiesta per minacce aggravate, lesioni e diffamazione aggravata ai danni dell’ex amica e la figlia minorenne.
Pierina Paganelli: le minacce e le ingiurie di Valeria Bartolucci
Secondo quanto emerso dalle indagini, come riportato da Fanpage.it, Valeria Bartolucci avrebbe rivolto parole violente e minacce esplicite nei confronti di Manuela Bianchi. Ma non solo anche contro la figlia minorenne della donna.
In una conversazione intercettata, l’indagata avrebbe confidato a un’amica: “Così capisce cosa si prova a vedersi togliere la cosa che ti è più cara al mondo“.
Il legale della nuora di Pierina Paganelli ha dichiarato: “Manuela Bianchi è molto turbata. Sono uscite delle intercettazioni nelle quali Bartolucci minaccia la figlia ancora minorenne. Diceva di volerla uccidere per causare una maggiore sofferenza alla madre“. La figlia è stata trasferita in un luogo protetto, una decisione presa per garantire la sua incolumità.
La difesa di Manuela Bianchi
Manuela Bianchi ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione, raccontando il difficile momento che sta attraversando. Intervenendo alla trasmissione Storie Italiane, ha spiegato: “So di aver commesso anche io degli errori legati alla relazione con Louis“.
Aggiunge: “Mia figlia però non ha niente a che fare con tutto questo. Ho cercato di rimanere in silenzio, come è nella mia natura, ma stiamo raggiungendo dei livelli che non sono umani“.
Nel frattempo, Valeria Bartolucci ha la possibilità di presentare memorie difensive o richiedere un nuovo interrogatorio entro i prossimi venti giorni. Dopodiché, sarà il pubblico ministero a decidere se procedere con l’azione penale.