Pietro Orlandi: “Wojtyla sapeva la verità”

Pietro Orlandi: “Wojtyla sapeva la verità”

Pietro Orlandi ribadisce la sua posizione per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate su Wojtyla: “Permise il silenzio”.

Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela scomparsa il 22 giugno 1983 dal Vaticano, non retrocede sulle sue parole. Riconferma le accuse nei confronti di Papa Wojtyla, sostenendo che lui sapesse ciò che fosse successo a sua sorella. “Ha mantenuto il silenzio fino alla fine, così è successo per Ratzinger e Papa Francesco lo ha fatto per dieci anni”.

Pietro Orlandi

Nonostante la bufera scatenatosi contro di lui per le accuse contro Wojtyla, Pietro Orlandi non si scusa per quanto dichiarato nelle scorse settimane perché “non ho offeso mai nessuno”. Ospitato a Verissimo, il fratello di Emanuela ha detto di aver “ritenuto opportuno fare ascoltare un audio, poiché io abbia detto quella frase, che Wojtyla usciva di nascosto”.

Wojtyla sapeva cosa era successo a Emanuela

“E’ una frase che dicevano tutti quanti, non era considerata una cosa grave però qualcuno ha voluto legare questa situazione alle parole di questo componente della banda della Magliana”, ha aggiunto. Pietro ha parlato della figura negativa di Wojtyla accostata a quella positiva di suo padre.

Per Pietro il Papa ha sempre saputo cosa fosse successo a Emanuela nel 1983. “Ricordo quando venne a casa da noi e ci parlò di terrorismo internazionale, ci assicurò che avrebbe fatto il possibile ma poi permise al silenzio e all’omertà di calare su questa vicenda”. Lo stesso è successo per Ratzinger e Papa Francesco, ma forse oggi “hanno capito che il silenzio non è servito, questi 40 anni passati non posso però dimenticarli e la parola perdono l’ho cancellata dal vocabolario”.

“Quando vado a trovare mia madre, lei mi chiede sempre ‘ma allora Emanuela l’hai trovata?’ Lei aspetta sempre la bella notizia, che prima o poi arriverà, sono sempre ottimista”, ha aggiunto Pietro Orlandi. Quanto al presunto dossier, ha dichiarato che “lo vide il cameriere del Papa, Paolo Gabriele che era amico mio, e lo stesso padre Georg lo disse al mio avvocato, le disse ‘il dossier c’è ma sta in segreteria di Stato’, quindi quando ora dice che lui non ce l’ha è vero”.

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