Coronavirus, Moody’s: Italia in recessione. A Milano molti alberghi verso la chiusura

Coronavirus, Moody’s: Italia in recessione. A Milano molti alberghi verso la chiusura

L’ultimo aggiornamento di Moody’s sul Pil italiano prevede una contrazione della crescita dello 0,5%: “Paese in recessione”.

ROMA – L’ultimo aggiornamento di Moody’s sul Pil italiano prevede una possibile contrazione della crescita 0,5%, un taglio di un punto percentuale visto che in precedenza era stata pronosticato un +0,5% nel 2020. Stime che potrebbero essere ancora riviste in caso di durata del coronavirus più del previsto. Lo scenario peggiore, infatti, ha in previsione una crescita del -0,7%. “L’economia italiana – si legge nella nota – è probabilmente in recessione“.

Numeri che spaventano (e non poco) il Governo che è al lavoro per cercare di far ripartire l’Italia nella seconda parte del 2020. Non sarà semplice visto che gli effetti del Covid-19 rischiano di durare ancora per diversi mesi.

Aumentato il rischio di recessione globale

“E’ aumentato il rischio di recessione globale dopo la diffusione del coronavirus”. A lanciare l’allarme sull’economia è sempre Moody’s che ha tagliato la crescita mondiale in questo 2020 dal 2,4% di febbraio al 2,1%.

Si tratta, comunque, di una previsione provvisoria visto che “più lungo è l’impatto sull’attività economica, più sarà dominante uno shock di domanda che porterebbe a dinamiche recessive“. Scenario che ha in previsione una stima di crescita dell’1,4%. Numeri che non aiutano la Borsa che anche in questo venerdì 6 marzo 2020 ha concluso la giornata in rosso.

Euro risparmi

A Milano molti alberghi verso la chiusura

Il momento difficile dell’economia italiana è confermato da Federalberghi. Secondo quanto rivelato dalla Federazione nelle prossime settimane a Milano potrebbero chiudere la maggior parte delle catene più importanti. Fino ad oggi, come precisato da Il Sole 24 Ore, hanno tirato giù la saracinesca l’Hotel dei Cavalieri, l’Hotel Senato, l’Hotel Manzoni e The Gray.

In alcuni casi – ha sottolineato il presidente Bernabò Bocca si lavora con il 4 o 5% del fatturato dello scorso anno. Le spese, però, rimangono e per questo non conviene tenere aperto“.

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