I 4 pilastri del governo Draghi e le 3 aree da riformare

I 4 pilastri del governo Draghi e le 3 aree da riformare

Cosa sappiamo sul governo Draghi al termine delle consultazioni con i partiti e le forze politiche: i 4 pilastri e le 3 aree da riformare.

Concluse le consultazioni con i partiti e con le forze politiche, è possibile tracciare un quadro di alcuni punti fermi del governo Draghi. I rappresentanti delle delegazioni hanno regalato indizi interessanti nelle loro comunicazioni alla stampa dopo il confronto con il premier incaricato.

Europa al centro

Il governo Draghi ha un requisito chiaro, scritto sulla carta di identità: è, o meglio sarà se e quando nascerà un governo fortemente europeista che ha in Bruxelles e nelle istituzioni europee un punto di riferimento. Chi accetta di sostenere il governo Draghi deve averlo bene a mente. E Salvini, per entrare in squadra e avere voce in capitolo fino alla fine della scorsa legislatura, ha deciso di invertire rotta in maniera repentina collocando sé stesso e il suo partito in un contesto europeo fino a pochi mesi fa condannato in maniera dura e magari anche poco istituzionale.

Europa Unione europea

Le priorità del governo Draghi

Mettendo insieme i tasselli del mosaico lasciati dalle delegazioni che hanno incontrato il Presidente del Consiglio incaricato, possiamo dire sono quattro i pilastri del Governo Draghi: sanità, ambiente, scuola e lavoro.

Scuola

Della scuola abbiamo parlato ampiamente in base alle notizie a disposizione, quindi l’idea di prolungare l’anno scolastico facendolo terminare a giugno per recuperare il tempo che i ragazzi hanno trascorso a casa e l’intenzione di occupare le cattedre vacanti per iniziare poi il nuovo anno scolastico senza intoppi.

Lavoro e Ambiente

Nel corso delle ultime due giornate sono emersi due settore che Draghi vorrebbe rilanciare per rimettere in moto gli investimenti: turismo e infrastrutture. Stando a quanto riferito dal leader della Lega Matteo Salvini, per quanto riguarda le infrastrutture e i cantieri avrebbe elogiato il modello Genova, nato dalle ceneri del Ponte Morandi.

Gli investimenti e le infrastrutture vanno di pari passo con un modello di produzione ed economia sostenibile, quindi con un forte impegno verso l’ambiente.

Draghi ha in agenda anche interventi a sostegno del mondo del lavoro. In questa prima fase, ancora decisamente emergenziale, il premier incaricato non vorrebbe tagliare gli aiuti, ma vorrebbe, in poco tempo, sostituire le misure assistenziali con quelle per il rilancio delle attività.

Sanità

Ovviamente tra i pilastri del programma di governo di Draghi c’è l’emergenza sanitaria e tutto quello che comporta. Campagna di vaccinazione, misure anti-Covid, chiusura o riapertura dei locali e delle attività. Da quello che emerge, il premier incaricato vuole mettere l’Italia in sicurezza nel minor tempo possibile ottimizzando la campagna di vaccinazione. Per quanto riguarda la gestione dell’emergenza coronavirus non sono emersi dettagli degni di nota.

Mario Draghi

Il Recovery plan italiano

Sui quattro pilastri sopra elencati sarà costruito il Recovery plan italiano, che ovviamente rappresenta una delle priorità in rosso sull’agenda di Mario Draghi, consapevole di dover stringere i tempi per poter mettere a punto un piano ragionato ed economicamente sostenibile.

Le aree da riformare

Visti quelli che dovrebbero essere i pilastri del governo Draghi, passiamo ora alle tre aree che il premier incaricato vorrebbe riformare: Pubblica Amministrazione, Fisco e Giustizia civile.

Per quanto riguarda la riforma del fisco Draghi vorrebbe muoversi seguendo la linea di progressività del sistema tributario, senza flat tax. Si parla anche di una rimodulazione delle aliquote, ma ovviamente senza entrare nei dettagli delle percentuali.

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