Paul Pogba non sarà giudicato dal TAS di Losanna per il caso doping, la Wada nega l’udienza, lungo stop all’orizzonte.
Il futuro professionale di Paul Pogba è attualmente avvolto da nuvole di incertezza dopo che il centrocampista francese della Juventus si è trovato al centro di un controverso caso di doping. La situazione di Pogba si è aggravata a seguito di un esito positivo ad un controllo antidoping effettuato dopo la partita disputata a Udine nella prima giornata di campionato, episodio che ha innescato una sospensione immediata da parte del Tribunale antidoping.
La vicenda assume contorni ancora più complessi dato che Pogba non avrà la possibilità di presentare il proprio caso direttamente al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna, come avviene in molti altri casi di alta rilevanza sportiva. Questo percorso è stato precluso dal fatto che la World Anti-Doping Agency (WADA) e Nado Italia non hanno concesso la cosiddetta “udienza unica” al TAS, preferendo che la giurisdizione italiana, che ha già iniziato a trattare il caso, prosegua con le fasi istruttorie e dibattimentali.
I motivi del rifiuto
La decisione è stata presa per garantire un trattamento coerente e definitivo della vicenda, lasciando il compito di giudicare e possibilmente sanzionare Pogba agli organi competenti italiani. Nel caso in cui si giungesse ad un accordo, la punizione per il centrocampista potrebbe estendersi fino a una squalifica biennale.
In aggiunta a questa battaglia legale, Pogba sta affrontando anche delle ripercussioni economiche immediate. La Juventus, ha comunicato una drastica riduzione dello stipendio del giocatore, che scenderà al minimo salariale, ovvero, duemila euro mensili, una cifra significativamente inferiore rispetto a quanto percepito in precedenza. Inoltre di fronte ad una lunga squalifica, il club bianconero avrebbe la facoltà di rescindere il contratto con il centrocampista francese.