Polly Klaas, rapita e uccisa a 12 anni 

Polly Klaas, rapita e uccisa a 12 anni 

Polly Klass aveva soltanto dodici anni quando venne rapita davanti alle amiche durante un pigiama party: fu stuprata e uccisa.

Quello di Polly Klaas è uno dei casi che ha fatto più scalpore in America. Era una ragazzina di dodici anni quando venne rapita in casa a Petaluma, durante un pigiama party con le amiche. Da lì più nessuna notizia della giovane. Il suo rapitore Richard Davis, un molestatore di bambini, venne arrestato pochi mesi dopo. 

La sera della scomparsa Polly e le sue amiche avevano organizzato un pigiama party a casa della madre della vittima. Ad un certo punto, arrivò un uomo armato di coltello: era Richard Allen Davis. Si trattava di un pregiudicato e molestatore di bambini. L’uomo, dopo aver incappucciato le bambine con delle federe, scappò con Polly, il tutto sotto gli occhi delle sue amiche. 

Il giorno dopo l’accaduto iniziò la disperata ricerca della dodicenne: il suo volto compariva ovunque, anche sui cartoni del latte con di fianco la scritta “missing”, che in americano significa scomparsa. Il suo nome scorreva nelle notizie flash di tutti i notiziari.  

L’avvio delle indagini

Nel frattempo, la polizia avviò un’indagine, grazie all’identikit del sequestratore fornita dalle bambine e un’impronta digitale rilevata nella casa dei Klaas. Ma questo il rapitore di Polly non lo sapeva: se ne andava in giro indisturbato, mentre su di lui pendeva un capo d’accusa per violazione della libertà condizionata. 

Durante una normale attività di pattugliamento delle strade, la polizia lo fermò, e fortunatamente, grazie all’identikit, l’uomo venne riconosciuto. Così Richard Davis, molestatore di bambini, venne successivamente condannato a morte. 

Dopo quattro giorni, condusse la polizia in un campo vicino a Cloverdale, il luogo in cui si trovava il corpo seminudo della dodicenne. Il corpo si trovava in condizioni talmente disastrate, che il medico legale incaricato AJ Chapman, non riuscì a stabilire se fosse avvenuta una violenza sessuale.  

La polizia gli chiese: “Perché lo hai fatto? Conoscevi i Kaas?” Cos’ lui rispose: “Si fidi, nessuna famiglia per bene vuole conoscermi”. Il giudice disse all’imputato: “Signor Davis, la condanna a morte è sempre una decisione traumatica ed emotiva per un giudice. Lei l’ha resa molto facile con la sua condotta” . 

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