Dopo un anno di indagini, la Polonia accusa i servizi segreti russi di aver ordinato l’incendio del centro commerciale a Varsavia.
Nella notte tra l’11 e il 12 maggio 2024, un vasto incendio ha distrutto il centro commerciale Marywilska 44, una delle strutture commerciali più grandi di Varsavia della Polonia. Situato nel quartiere di Białołęka, ospitava oltre mille negozi e rappresentava un’importante realtà commerciale, in particolare per la comunità asiatica locale. Le fiamme hanno coinvolto circa l’80% della struttura, lasciando gran parte del complesso in macerie. Non c’erano stati feriti, ma l’impatto economico e psicologico sulla città è stato notevole.

Un anno di indagini e tensioni crescenti
Fin da subito, le autorità polacche hanno ipotizzato che l’incendio potesse essere doloso. Dopo dodici mesi di indagini condotte dai servizi interni, sono emerse nuove prove che hanno cambiato radicalmente la lettura dell’evento. Secondo le autorità, l’attacco non sarebbe stato solo un atto criminale isolato, ma un’operazione pianificata con intenti geopolitici.
“L’incendio è stato ordinato dai servizi segreti russi”
Durante una conferenza stampa, il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato: “Al termine di un anno di indagini, si sa con sicurezza che l’incendio è stato ordinato dai servizi segreti russi”. Ha poi aggiunto che “l’incendio è stato coordinato da una persona che vive in Russia e che alcune delle persone che lo hanno materialmente appiccato sono in arresto in Polonia”, senza però specificarne l’identità. In risposta a questa accusa formale, il ministro degli Esteri polacco Radek Sikorski ha annunciato la chiusura del consolato russo di Cracovia in relazione all’accusa sull’incendio del centro commerciale.
Da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, la Polonia ha rafforzato la sorveglianza contro possibili atti di sabotaggio. L’accusa rivolta ai servizi segreti russi rappresenta una delle denunce più gravi finora espresse da un paese europeo. La Russia ha, come in altri casi simili, sempre respinto le accuse.