Ponte Morandi, le accuse contestate ai 68 indagati

Ponte Morandi, le accuse contestate ai 68 indagati

Ponte Morandi, le accuse contestate ai 68 indagati. Nel mirino della Procura anche l’ex numero uno di Autostrade Giovanni Castellucci.

GENOVA – Ponte Morandi, le accuse contestate ai 68 indagati. I pubblici ministri hanno reso noti i motivi dell’iscrizione sul fascicolo delle persone coinvolte nel crollo.

Secondo quanto riportato da La Repubblica, a tutti gli indagati vengono contestati i reati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti, ma anche omissione dolosa di controlli infortunistici per non aver messo sul viadotto i dispositivi che segnalassero l’instabilità del viadotto. Tra le persone finite nel mirino della Procura anche l’ex numero uno Giovanni Castellucci e il braccio destro Paolo Berti.

Le altre accuse

La Procura di Genova ha diviso gli indagati in diversi gruppi. Nel primo ci sono sette nomi a cui vengono addebitati i falsi report sulle condizioni del Ponte Morandi.

Altri indagati sono accusati di falso sull’attestazione riguardante il progetto di retrofitting, ovvero non aver messo in sicurezza il ponte prima del crollo. Secondo quanto scoperto dagli inquirenti, l’ex vertice di Aspi avrebbero inviato delle lettere al Mit false sullo stato di salute del viadotto del Ponte Morandi. Scoperte che aggravano ancora di più la posizione delle persone coinvolte in questa indagine. Un’inchiesta che proseguirà nelle prossime settimane per chiarire meglio quanto successo e condannare i responsabili della caduta del viadotto del Polcevera.

Ponte Morandi

L’indagine

L’indagine proseguirà nelle prossime settimane per cercare di ricostruire meglio quanto successo e individuare la posizione delle persone coinvolte in questa inchiesta.

Un fascicolo che molto probabilmente si muoverà in contemporanea alla trattativa per la cessione di Aspi a Cassa Depositi e Prestiti. Cdp ha dato il via libera ad una nuova offerta e nei prossimi giorni dovrebbe arrivare anche la risposta della controllata dei Benetton. E il premier Draghi aspetta le novità per decidere come muoversi su uno dei dossier più delicati.