“Ponte Morandi? Nel 2010 sapevamo del rischio crollo”

“Ponte Morandi? Nel 2010 sapevamo del rischio crollo”

Gianni Mion, ex consigliere di amministrazione dei Benetton Edizione, ha spiegato i retroscena della tragedia di Genova.

“Nel 2010 sapevamo del rischio che il Ponte Morandi crollasse”. Queste le parole di Gianni Mion, ex a.d. della holding dei Benetton Edizione, sui retroscena della tragedia che si è abbattuta su Genova il 14 agosto 2018, oggi sotto gli occhi della giustizia italiana.

“Emerse che il ponte aveva un difetto originario di progettazione e che era a rischio crollo – spiega l’ex consigliere di amministrazione –. Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo mi rispose ‘ce la autocertifichiamo’. Non dissi nulla e mi preoccupai. Era semplice: o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Dopo quella riunione avrei dovuto fare casino, ma non l’ho fatto. Forse perché tenevo al mio posto di lavoro. Non ho fatto nulla, ed è il mio grande rammarico”. Il commento di Mion parla di una riunione avvenuta nel 2010 in cui erano presenti anche l’a.d. di Aspi Giovanni Castellucci, il direttore generale Riccardo Mollo, il collegio sindacale di Atlantia, tecnici e dirigenti di Spea e Gilberto Benetton.

La risposta degli avvocati

Dopo le parole di Mion, la risposta degli avvocati degli altri indagati sulla vicenda del ponte Morandi non si è fatta attendere. Giorgio Perroni, alla difesa dell’ex direttore del Primo tronco di Autostrade Riccardo Rigacci, ha richiesto la sospensione dell’esame all’ex a.d. di Benetton Edizione, affinchè possa essere indagato. “Una persona preparatissima – commenta Mion sul direttore generale Giovanni Castellucci -. Era uno che approfondiva tutto con grande competenza e sagacia. Andava anche nei dettagli. Con Aeroporti di Roma ha fatto un capolavoro. Lui ha fatto cose eccezionali, per Aeroporti ha stilato anche il protocollo per pulire i vetri e per fare togliere le gomme da masticare.

Il commento del comitato delle vittime

A rispondere alle parole di Mion è stato anche Egle Possetti, presidente del comitato ricordo vittime del ponte Morandi. “Mi chiedo – commenta la rappresentante delle famiglie di chi ha perso la vita durante quel 14 agosto – come si possa stare zitti quando si hanno tra le mani informazioni di gravità come questa e come certe persone possano dormire sonni tranquilli. Se fossi stata al suo posto e avessi saputo lo stato delle infrastrutture non sarei stata zitta e avrei fatto il diavolo a quattro e avrei anche fatto in modo che il problema emergesse. Speriamo che qualcuno paghi”.

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