Crollo del Ponte Morandi, tredici persone sarebbero state al corrente dei rischi legati allo stato di usura del cavalcavia.
Proseguono le indagini legate al crollo del Ponte Morandi di Genova, con gli inquirenti che stanno ricostruendo meticolosamente gli ultimi anni di vita del cavalcavia per accertarsi di quanto fatto per prevenire una tragedia che per parte della popolazione del capoluogo ligure era annunciata. Ma la Procura non si muove seguendo i sentimenti.
Crollo del Ponte Morandi, le indagini della Guardia di Finanza
La Guardia di Finanza ha consegnato alla Procura di Genova un elenco di tredici persone che, a vario titolo, potrebbero avere delle responsabilità legate direttamente o indirettamente al crollo del cavalcavia che ha causato la morte di oltre quaranta persone. Stando alle indiscrezioni rilanciate da alcuni quotidiani nazionali, il numero di persone sulla lista potrebbe salire a venticinque se la Procura decidesse di continuare le indagini andando indietro negli anni.
L’Ansa ha riportato anche i nomi delle persone che sarebbero sulla lista della Guardia di Finanza. Si tratta di Fabio Cerchiai, Giovanni Castellucci, Paolo Berti, Michelle Donferri Mitelli, Stefano Marigliani, Antonio Galatà, Massimo Bazzarelli, Massimiliano Giacobbi, Vincenzo Cinelli, Bruno Santoro, Giovanni Proietti, Roberto Ferrazza e Carmine Testa.
Le possibili cause del crollo del Ponte Morandi
Proseguono anche le indagini sulle possibili cause del crollo del Ponte Morandi. L’ultima ipotesi presa in considerazione è quella del cedimento strutturale del pilone 9. I funzionari del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, stando a quanto emerso dalle indagini, avrebbero segnalato che i tempi per i lavori di manutenzione del cavalcavia stavano superando i tempi suggeriti dalle necessità.