Palazzo Chigi, ‘Se Renzi si assume la responsabilità di una crisi è impossibile un nuovo esecutivo con Iv’

Palazzo Chigi, ‘Se Renzi si assume la responsabilità di una crisi è impossibile un nuovo esecutivo con Iv’

Renzi e Conte si avvicinano alla resa dei conti sulla crisi di governo. Italia Viva potrebbe ritirare la delegazione già nelle prossime ore.

Se crisi di governo deve essere, Matteo Renzi si dovrebbe muovere nelle prossime ore per ritirare le ministre e togliere la fiducia al premier Conte bloccando quindi l’esecutivo. E la bomba potrebbe scoppiare durante Consiglio dei Ministri convocato dal Premier per l’approvazione del Recovery plan. O subito dopo.

Giuseppe Conte

L’approvazione del recovery plan e poi la crisi di governo: il programma di Renzi

Lo scenario più probabile è che si proceda con l’approvazione del Recovery plan in Consiglio dei Ministri e poi con la crisi di governo. Una crisi che dovrebbe essere pilotata a meno che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte non decida di andare fino in fondo, portare Renzi alla prova del voto e magari rimpiazzare Italia Viva con un nutrito gruppo di responsabili. A quel punto Renzi sarebbe di fatto relegato ai margini della scena politica italiana dopo il nuovo tentativo di scalata iniziato con la formazione del governo Pd-M5S.

Provando a mettere insieme i pezzi del mosaico di questa strana crisi, Italia Viva sosterrà il governo nell’approvazione del Recovery plan. I renziani non vogliono bloccare l’Italia un momento così importante e sanno bene che il Paese, che deve ancora presentare il piano a Bruxelles, non può permettersi ritardi. Dopo l’approvazione del piano Renzi dovrebbe ritirare la delegazione di Italia Viva dal governo.

Matteo Renzi

Dal Conte Ter alle elezioni: cosa succede dopo

Se questa prima parte del piano di Renzi, ad eccezione dei tempi, sono abbastanza chiari, quello che non è chiaro è cosa possa avvenire in seguito. Le ipotesi sono le più disparate e molto dipenderà anche dalla controffensiva del Presidente del Consiglio. Si potrebbe risolvere tutto con una crisi pilotata e la nascita di un terzo governo Conte, il tutto nel giro di pochi giorni. Ma si potrebbe arrivare anche allo scontro frontale tra premier ed ex premier, con Conte che potrebbe tentare la via della conta in Aula, tirare fuori dalla manica un manipolo di responsabili e dare il benservito a Renzi che a quel punto sarebbe tagliato fuori da tutti i giochi. Ovviamente resta in piedi anche l’ipotesi delle elezioni, unica via nel caso in cui non si trovasse la quadra per una nuova maggioranza di governo.

Le condizioni per il Conte Ter

Stando a quanto emerso nelle ultime ore, Renzi, che vorrebbe cambiare premier, sarebbe disposto ad accettare il terzo governo Conte ma a condizioni considerate inaccettabili da buona parte della maggioranza di governo. Il leader di Italia Viva vorrebbe la sostituzione di Bonafede, Gualtieri e Catalfo e ovviamente nella girandola delle sostituzioni vorrebbe inserire qualcuno della squadra di Iv, come ad esempio la Boschi. Nome indigesto al Movimento 5 Stelle.

Palazzo Chigi, Se Italia Viva si sfila impossibile un nuovo governo con lui

Nella calda giornata del 12 gennaio, da Palazzo Chigi, come riferito dall’Ansa, fanno sapere che “se il leader di Iv Matteo Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di governo in piena pandemia, per il presidente Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Iv“.

La risposta di Renzi arriva dalla sua e-news: “A differenza di ciò che raccontano a reti unificate i cantori del pensiero unico, non c’è nessuna richiesta di poltrone, nessuna polemica pretestuosa, nessun atto irresponsabile. Quello che noi stiamo facendo si chiama POLITICA: studiare le carte, fare proposte, dare idee. Irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli facendo debito cattivo e non investendo sulla sanità, sull’educazione, sull’innovazione“.

Se non ci sono risorse sufficienti nel piano pandemico nazionale prendiamo il Mes“, prosegue Renzi. “Adesso è avvenuto anche sul Recovery Plan dove – almeno a parole – ci stanno dando ragione […]. Prima ci insultano. E poi ci danno ragione senza ammetterlo è avvenuto sul rapporto Stato/Regioni. È avvenuto sul bicameralismo. È avvenuto sulla decontribuzione del JobsAct. È avvenuto su Industria 4.0. È avvenuto sui diritti sociali e civili. E’ avvenuto sui vaccini. È avvenuto sull’idea di Europa, su Trump, sui temi dell’Expo.È avvenuto sulla centralità della scuola“.

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