Il premio produttività divide i dipendenti pubblici: incentivo o trappola? Ecco perché molti preferirebbero un aumento.
Non solo i dipendenti della Ferrari ricevono un premio di produttività, ma anche i dipendenti pubblici. L’idea di ricompensare chi lavora meglio e di più potrebbe sembrare una strategia vincente per rendere più efficiente il settore pubblico. Eppure, tra i lavoratori statali, regionali e locali, questa misura non sta raccogliendo consensi unanimi.
Il motivo? Un premio troppo incerto, difficoltà nel valutare la produttività in alcuni settori e un divario salariale già marcato tra le varie categorie di dipendenti.
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Premio produttività: cos’è e perché divide i lavoratori pubblici
Il premio di produttività è un incentivo economico, come riportato da Economiafinanzaonline.it, che si aggiunge allo stipendio base per premiare chi raggiunge risultati superiori alle aspettative. Questa misura è già diffusa nel settore privato. Nel pubblico impiego, però, la situazione è diversa.
Da un lato, ci sono lavoratori con stipendi medi o bassi – come impiegati amministrativi, insegnanti e operatori sanitari – che faticano a competere con le retribuzioni offerte dal settore privato. Dall’altro, ci sono dirigenti e alte cariche della Pubblica Amministrazione, che possono contare su compensi superiori ai 100.000 euro annui. Questa disuguaglianza salariale rende il tema del premio di produttività ancora più delicato.
Uno dei principali problemi riguarda la misurabilità della performance. Se in alcuni settori – come quello commerciale – è facile stabilire obiettivi chiari e verificabili, nel pubblico impiego le cose si complicano. Come si misura la produttività di un insegnante? E quella di un medico o di un assistente sociale?
La proposta dei dipendenti pubblici
Molti dipendenti pubblici vedono il premio produttività come un elemento di incertezza. Piuttosto che un bonus legato a parametri difficili da determinare, molti preferirebbero un aumento fisso dello stipendio, che garantirebbe maggiore stabilità economica.
Questa richiesta si basa su un dato di fatto: gli stipendi del pubblico impiego, per molte categorie, non sono aumentati in modo significativo negli ultimi anni, mentre il costo della vita continua a salire. Il timore è che il premio di produttività possa diventare una scusa per evitare aumenti salariali strutturali e consolidati.