L’allarme arriva dall’Agenzia internazionale dell’energia. Tra le cause, il clima e il ruolo della Cina.
Il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam si mantiene intorno ai 35 euro per megawattora da diverse settimane, che è quasi dieci volte il picco storico raggiunto l’estate scorsa e a un livello che non si verificava dal 2021. Ci sono anche buone notizie riguardo agli stoccaggi.
Al 1 luglio i depositi europei erano al 77,5% di capacità, mentre l’anno scorso erano al 66% e due anni fa addirittura al 51%. L’obiettivo dell’Unione Europea di raggiungere il 90% entro il prossimo novembre sembra ormai essere a portata di mano. Questo quadro positivo sta spingendo molti analisti a guardare con ottimismo all’inverno prossimo. Tuttavia, non tutti condividono lo stesso punto di vista.
La preoccupazione di Fatih Birol
Un punto di vista meno positivo arriva da parte di Fatih Birol, capo dell’Agenzia internazionale per l’energia. Egli mette in guardia i governi europei su una nuova impennata dei prezzi. Secondo Birol, diversi elementi potrebbero mettere a rischio gli sforzi dell’Europa per garantire l’approvvigionamento di gas e mantenere bassi i prezzi. Tra questi fattori vi è il clima: l’estate sarà più calda del solito, mettendo sotto pressione le riserve. Ma i rischi maggiori potrebbero presentarsi durante l’inverno, quando l’attenzione sarà rivolta alle condizioni meteorologiche e soprattutto alle azioni della Cina.
Durante la crisi energetica attuale e a causa dell’interruzione dei gasdotti russi, l’Europa è riuscita ad ottenere ulteriori forniture di gas naturale liquefatto, anche a causa della minore presenza di Pechino sul mercato. Infatti, la Cina, principale acquirente di gas naturale liquefatto a livello internazionale, ha avuto meno necessità di acquistare a causa delle restrittive politiche anti-Covid, ma questa situazione potrebbe cambiare presto.
“In uno scenario in cui l’economia cinese è molto forte, acquista molta energia dai mercati e abbiamo un inverno rigido, potremmo assistere a una forte pressione e al rialzo dei prezzi del gas naturale“. ha commentato Birol.
La risposta di Bruxelles
La risposta di Bruxelles e dei governi del blocco nel breve termine è principalmente incentrata sul mercato del gas naturale liquefatto (GNL). Tuttavia, ciò che accadrà su questo mercato determinerà i prezzi delle bollette nel futuro prossimo. L’Europa ha recentemente conquistato quote del mercato del GNL che erano in possesso dei Paesi asiatici, stringendo accordi che vanno dal Medio Oriente all’Africa e costruendo nuovi terminali. Secondo alcuni analisti, i governi dell’Unione Europea potrebbero aver acquistato più GNL di quanto effettivamente ne abbiano bisogno.
Recentemente, l’Ucraina ha proposto di affittare i suoi depositi per immagazzinare il gas in eccesso. Tuttavia, il problema immediato non è tanto la capacità di stoccaggio, ma piuttosto il fatto che la corsa agli acquisti potrebbe aumentare i prezzi a causa della competizione internazionale e tra i paesi europei stessi. La Commissione ha risposto a questo rischio con un piano di acquisti congiunti che mira a coprire almeno il 15% del fabbisogno dei singoli Stati entro maggio 2024.