I dati Istat confermano che i prezzi sono saliti a causa dei rincari sull’energia, per un complessivo del 44,9% su base annua.
L’Istat evidenzia un incremento delle retribuzioni contrattuali orarie dell’1,2%, e quindi un aumento degli stipendi dello 0,4% rispetto a giugno. Nonostante ciò, l’inflazione e l’aumento dei prezzi causano gran parte della diminuzione del potere d’acquisto. E’ stato confermato che la crescita è dovuta all’aumento del costo dell’energia, che ad agosto ha fatto registrare un +44,9% su base annua.
Cosa dicono i dati Istat
L’inflazione e l’aumento dei prezzi sono in crescita in parallelo ai rincari del costo dell’energia. A risentirne non solo le imprese ma anche le famiglie, le quali avvertono il peso dei prezzi soprattutto sui beni alimentari lavorati e quelli durevoli. In crescita però anche le retribuzioni contrattuali orarie dell’1,2% e gli stipendi dello 0,4% rispetto a giugno. In diminuzione invece l’aumento di servizi e trasporti, dal +8,9% di luglio al +8,4% di agosto.
L’occupazione cresce con un incremento di 175 mila unità rispetto al trimestre precedente. Ma il tasso di occupazione dei giovani sotto i 35 anni è al 44,2%: i dati dell’Istituto di Statistica spiegano che ciò è dovuto da “l’andamento demografico [in Italia le nascite sono in diminuzione, e con esse i giovani] e l’allungamento dei percorsi di istruzione, insieme alle difficoltà di ingresso e permanenza nel mercato del lavoro”. Mentre il tasso dei giovani sugli occupati totali era del 34,4% nel 2004, nel 2022 è del 22,8%.