In seguito ai recenti avvenimenti che hanno coinvolto l’Italia, secondo alcune stime i prezzi dei beni sono destinati all’aumento.
Secondo alcune stime, i prezzi delle bollette di gas e luce sono destinati a subire un ulteriore aumento. Alla luce dei recenti avvenimenti, come la pandemia globale, la crisi idrica, ma in particolare la guerra tra Russia e Ucraina, i prezzi dei mercati sono saliti alle stelle.
Ma gli aumenti non riguardano soltanto le bollette. La crisi relativa alla pandemia globale e quella climatica hanno portato il costo dei carburanti a salire drasticamente. Ma non è tutto: la situazione è drasticamente peggiorata con la guerra tra Russia e Ucraina. Benzina e diesel hanno toccato in questo periodo i massimi storici: sopra i 2 euro al litro.
L’aumento del carburante
Durante i primi quattro mesi di quest’anno, in Italia, l’aumento ammonta al 18,1% nel gettito delle imposte indirette e del +10,7% per quanto riguarda il totale delle entrate tributarie. Questi dati mettono in evidenza l’extragettito, che corrisponde alle entrate finanziarie superiori alle previsioni del bilancio d’esercizio. Il prezzo di benzina e diesel ha nuovamente superato i due euro al litro. Solo un mese fa, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self era di 1,83 euro al litro, il prezzo del diesel di 1,835 euro al litro.
Stando a quanto dichiarato dalla federazione dei gestori degli impianti di carburanti, “in poco più di 70 giorni, oltre la metà del corposo taglio delle accise su benzina e gasolio decretato dal governo è stato letteralmente bruciato“. Definiscono la “situazione del tutto fuori controllo”, invitando il governo a “decretare il ritorno, almeno per l’emergenza, al prezzo amministrato dei carburanti, come in altri Paesi europei, Germania compresa, si sta ragionando”.
I dati di Confindustria
Secondo il Centro Studi Confindustria si è registrato un calo della produzione dopo il rimbalzo di febbraio. Nello specifico, secondo i dati registrati dal centro il prezzo medio del gas naturale era più alto del 698% rispetto a prima dello scoppio della pandemia. Invece, il petrolio del mare del Nord registra un +56%. Per quanto riguarda la produzione, si registra un calo del 2,5% di tutte le filiere.