Il price cap sul gas proposta dall’Ue non piace alla Meloni, né tanto meno agli altri Stati Membri. Perchè questo astio?
La Commissione Ue ha proposto un tetto al prezzo del gas all’indice Ttf della borsa di Amsterdam, la principale borsa del gas e punto di riferimento per la formazione dei prezzi in Europa. Ma sia il governo italiano che gli altri Stati Membri non sono convinti, e in questo scenario sarà difficile raggiungere un accordo. Il price cap nasconde dei rischi che non possono essere sottovalutati.
Le proposte Ue
Sarebbero state due le condizioni per il price cap sul gas: Ttf oltre i 275 euro al megawattora per oltre due settimane, o Ttf che supera di 58 euro il prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto (Gnl) per 10 giorni di negoziazione consecutivi.
Ricevendo il dissenso dagli Stati membri, la Commissione europea ha proposto di ribassare il Ttf oltre i 220 euro per più di cinque giorni – invece che 275 euro per più di due settimane – e Ttf che supera di 35 euro – invece che 58 – il prezzo di riferimento per il Gnl, il gas naturale liquefatto. Ma, soprattutto per l’Italia, bisogna scendere ancora e abbassare il limite che farebbe scattare il blocco dei prezzi.
Le critiche della Meloni
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha esposto le sue critiche alla Camera dei Deputati in vista del Consiglio Europeo. “La proposta della Commissione europea sul tetto dinamico al prezzo del gas è insoddisfacente, perché inattuabile alle condizioni date”, ha dichiarato.
Non agire sul prezzo del gas genererebbe delle iniquità per la tutela di consumatori e imprese. “È evidente a tutti come un meccanismo nel quale all’interno dell’Unione si può dare un grado diverso di tutela alle imprese, da nazione a nazione, produrrebbe una distorsione del mercato unico che non penalizzerebbe solo l’Italia, ma l’intera Europa”.
“Chi è più forte economicamente”
Le critiche sono rivolte anche alla Germania, il cui premier Olaf Scholz non approva il tetto al prezzo del gas. Il timore del governo tedesco è che, in questo modo, si rischierebbe di allontanare i fornitori di gas lasciando gli Stati europei con ancora meno gas in un periodo in cui non abbonda.
“Quel che è certo – afferma la Meloni – è che andare in ordine sparso di fronte a questa sfida epocale, pensando che chi è più forte economicamente possa salvarsi se necessario a scapito degli altri, non solo sarebbe un’illusione, ma tradirebbe la realtà di un’Europa molto diversa da quella che è stata decantata in questi anni”.