Prima alla Scala: palco reale con Mattarella, Meloni e von der Leyen

Prima alla Scala: palco reale con Mattarella, Meloni e von der Leyen

Ieri sera alla Prima della Scala di Milano ovazione per il presidente Mattarella sul palco reale con la premier Meloni e la presidente della Commissione Ue.

Ad aprire la stagione alla Scala di Milano la Prima con Boris Gudonov. Ospiti d’onore il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Senato La Russa, oltre al sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente della Lombardia Fontana. Il capo dello Stato è stato accolto con un’ovazione un lungo applauso.

La prima si è conclusa con 13 minuti di applauso per il «Boris Godunov» del compositore russo Modest Musorgskij. «Un’opera avvincente e non era facile. Sono stati tutti molto bravi», ha commentato uscendo Giorgia Meloni. La scelta dell’opera però aveva provocato molte proteste nei confronti della compagnia milanese perché si tratta di un’opera russa. Ieri, la comunità ucraina si è radunata nella piazza antistante per protestare la scelta e un gruppo di ambientalisti di Ultima generazione hanno lanciato la vernice contro le mura esterne del teatro.

“La cultura russa va separata dalle scelte di Putin”

«Sono incuriosita. È la mia prima volta, sicuramente una prima bella esperienza nuova», ha detto Giorgia Meloni prima di entrare. Poi ha chiarito sulla polemica relativa alla scelta dell’opera russa che “noi non ce l’abbiamo con il popolo russo, con la storia russa con la cultura russa, noi ce l’abbiamo con chi ha fatto una scelta politica di invadere un paese sovrano. Sono due piani che vanno tenuti distanti altrimenti facciamo molta confusione”.

Dello stesso parere la presidente von der Leyen, «Non dovremmo lasciare che Putin distrugga questo fantastico Paese e perciò non vedo l’ora di vedere quest’opera», ha detto la presidente Ue che ha criticato le polemiche sull’opera dicendo di non condividere questa posizione “la responsabilità della guerra va attribuita al governo di quel Paese, non certo al popolo russo o alla sua cultura».

Presente anche il compagno della premier Andrea Giambruno. Giorgia Meloni ha ironizzato dicendo: “Ogni tanto cerchiamo di frequentarci”.