Uno studio internazionale offre nuove speranze per chi soffre di problemi di equilibrio post Covid-19: le novità.
I problemi di equilibrio sono tra le numerose conseguenze a lungo termine dell’infezione da Covid-19. Tuttavia, una nuova speranza per chi soffre di questi disturbi arriva da uno studio internazionale in corso.
Come riportato da Adnkronos.com, anche una ricercatrice Arianna Di Stadio ha preso parte a questo importante studio. Ecco le sue parole.
Covid-19: le ultime novità sugli studi contro i problemi di equilibrio
“Stiamo studiando gli effetti della neuroinfiammazione sui disturbi dell’equilibrio nel post Covid“, spiega Di Stadio.
L’obiettivo è comprendere come l’infezione da Covid-19 possa essere responsabile dei disturbi cronici dell’equilibrio, in particolare della Pppd.
La Pppd, semplificata come ‘3PD’, è una condizione caratterizzata da disturbi dell’equilibrio persistenti che non risultano da test diagnostici tradizionali, causando: “Una sensazione di instabilità nel paziente con un’importante limitazione della normale attività quotidiana“.
Questo disturbo è spesso associato a un deficit di compenso centrale dopo episodi di vertigini, generalmente vertigini parossistiche benigne, causate dallo spostamento anomalo degli otoliti.
Secondo i dati preliminari: “Si può quindi ipotizzare che in 8 dei 17 pazienti osservati (47%) l’infezione da Covid-19 abbia un ruolo su questa condizione,” sottolinea Di Stadio.
Le nuove terapie
“L’origine della mancanza di compenso in seguito alla vertigine è oggetto di ampio studio e la neuroinfiammazione è certamente implicata nel processo di non recupero,” afferma la ricercatrice.
I risultati preliminari dello studio multicentrico dimostrano che la neuroriabilitazione può aiutare a risolvere il problema, soprattutto se associata a una molecola anti-neuroinfiammazione.
In particolare, la Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma, capofila del progetto in Italia, ha recentemente vinto un finanziamento dal Pnrr per un progetto sulla Pppd.
“Poiché abbiamo esperienza nell’utilizzo con successo della molecola ‘Pealut’, formata dalla palmitoiltanolamide (Pea) e dall’antiossidante flavonoide luteolina (Lut), ultra micronizzata per il trattamento della ‘brain fog’ e dei disturbi olfattivi, la stiamo testando anche nella Pppd,” conclude la ricercatrice.