La Commissione Europea si scaglia contro dieci paesi dell’Unione, Italia compresa, per non essere riusciti a rispettare la direttiva comunitaria in merito.
Una decisione dura, ma necessaria, da parte di Bruxelles: l’Italia, insieme ad altri Paesi membri dell’UE, non è riuscita a seguire le indicazioni in materia di lavoratori stagionali. Nel mirino anche Paesi come Belgio, Grecia, Bulgaria e Lituania.
L’obiettivo di questa direttiva era, per la Commissione, chiaro: assicurare condizioni di lavoro, e dunque di vita, dignitose, insieme a pari diritti e alla tutela verso possibili sfruttamenti.
L’Italia ha a disposizione solamente due mesi per rispondere a questa procedura d’infrazione. In caso contrario, la Commissione dovrà ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Una direttiva utile per controllare l’immigrazione
Secondo il parere della Commissione Europea, questa direttiva rappresenta un modo efficace per avere più manodopera nei lavori stagionali a delle condizioni migliori. Ma non solo: le linee guida arrivate direttamente da Bruxelles sono anche uno strumento utile per ridurre l’immigrazione irregolare verso il Vecchio Continente.
Non solo problemi con i lavoratori stagionali: l’epopea dei contratti nel settore pubblico
Non è la prima volta che l’Italia, in materia di lavoro, si ritrova nel mirino della Commissione. Già nell’estate del 2019, Bruxelles aveva espresso a Roma un parere negativo sull’utilizzo massiccio e immotivato di contratti a tempo determinato all’interno del settore pubblico. Secondo quest’altra procedura, le leggi italiane non sanzionano coloro che abusano di questa tipologia di contratto.