Gisèle Pélicot ha scelto che il processo contro suo marito e altri uomini avvenga a porte aperte. Il drammatico racconto.
Si è aperto in Francia il processo che vede Gisèle Pélicot, 72 anni, vittima di un orrore durato dieci anni. Drogata dal marito Dominique e fatta abusare da decine di uomini, Gisèle ha deciso di affrontare il processo pubblicamente, nella speranza che la sua testimonianza possa aiutare altre donne vittime di simili atrocità.
Gisèle Pélicot: un incubo durato 10 anni
Il processo contro il marito di Gisèle Pélicot, Dominique, e altri cinquanta uomini accusati di aver abusato di lei, ha inizio a Vaucluse, nel sud della Francia. Gisèle ha chiesto che il procedimento avvenga a porte aperte per dare visibilità a quanto accaduto e combattere la “vergogna”. La vicenda ha avuto inizio nel 2020, quando il marito di Gisèle fu sorpreso a filmare sotto la gonna di alcune donne in un supermercato.
Nonostante l’episodio le avesse dato da pensare, la vera portata degli orrori che stava vivendo le è stata rivelata solo pochi mesi dopo, quando la polizia l’ha messa di fronte a prove scioccanti: filmati di abusi a cui era stata sottoposta mentre era drogata e incosciente.
Le confessioni shock
Come riportato da Fanpage.it, Gisèle racconta di come le sia stato difficile riconoscersi nei video mostrati dalla polizia: “Non sono scene di sesso, sono scene di violenza. Sono due o tre sopra di me, io sono inerte. Voglio che la mia testimonianza sia pubblica perché nessuna donna debba subire una sottomissione chimica come quella che ho patito io. Per quanto riguarda me, il male è fatto. Ma ho voluto queste udienze a porte aperte per aiutare tutte le donne, che forse non saranno mai riconosciute come vittime”.
La scoperta di quelle immagini ha distrutto l’immagine della loro vita coniugale, portando Gisèle a un punto di rottura: “Faccio fatica a riconoscermi, ho strani indumenti addosso. Alla terza foto gli dico di fermarsi. Sono scene di violenza, sono inerte, addormentata, e mi stanno violentando. Anzi, violenza non è la parola giusta, è una barbarie. Ho solo un desiderio, rifugiarmi a casa mia”.