Ergastolo per Nino Madonia per l’omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio.
PALERMO – Si è conclusa la prima parte del processo sull’omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio. A distanza di trentadue anni il giudice Alfredo Montalto ha condannato all’ergastolo Nino Madonia, ritenuto il mandante della morte dell’agente e della consorte.
Rinviato a giudizio, invece, Gaetano Scotto. Un processo anche per Francesco Paolo Rizzuto, accusato di aver aiutato i sicari con il suo silenzio ha aiutato gli assassini del poliziotto.
Il processo
Il processo in Corte d’Assise inizierà il prossimo 26 maggio. Un’occasione per chiarire meglio alcuni passaggi di questa vicenda. “Chiameremo a deporre – ha ammesso il legale della famiglia, riportato da La Repubblica – i rappresentanti che hanno taciuto o depistato le indagini. Si tratta di persone che appartengono alla Polizia di Stato o all’ex Sisde. Chiederemo a loro conto e ragione di tante, troppe omissioni […]”.
Tra le associazioni che si sono costituite parte civile anche Libera. “Con questa prima sentenza – il commento del legale dell’associazione Enza Rando – si è iniziata a scrivere la verità […]. Un risultato importante alla vigilia della giornata in ricordo di tutte le vittime di mafia“.
Il papà del poliziotto: “Una verità importante”
Presente in Aula Vincenzo D’Agostino, il padre del poliziotto e sempre in prima fila in questa lunga battaglia. “Una verità importante – le sue prime parole dopo la condanna all’ergastolo di Madonia – ma non mi taglierò la barba. Voglio aspettare la fine del processo nei confronti di Scotto, l’uomo chiave dei rapporti fra la mafia e pezzi deviati delle istituzioni. La verità sulla morte di Nino e Ida è ancora chiusa in qualche palazzo delle istituzioni“.
Una vicenda, quindi, che ha ancora diversi punti da chiarire. E il prossimo processo sembra essere un passaggio fondamentale per dare giustizia al poliziotto.