Caso Ream, Chiara Appendino condannata a sei mesi per falso ideologico. Sono invece cadute le due accuse di abuso in atti di ufficio e di falso.
La sindaca di Torino è stata condannata a sei mesi per il caso Ream. L’accusa è di falso ideologico. Sono invece cadute le due accuse di abuso in atti di ufficio e di falso
“Non mi dimetto da sindaca, ma mi autosospendo dal Movimento 5 Stelle come previsto dal codice etico“, ha dichiarato Chiara Appendino commentando la sentenza.
Processo Ream, Chiara Appendino condannata a sei mesi
Con l’accusa di falso ideologico, la sindaca di Torino è stata condannata a sei mesi. Sono invece cadute le due accuse di abuso in atti di ufficio e di falso.
La sindaca di Torino ha reso noto con una nota di non dimettersi dalla carica di prima cittadina ma di auto-sospendersi dal Movimento 5 Stelle così come previsto dal codice etico del Movimento.
Il rito abbreviato
Con un post social condiviso dalla sindaca e riportato dall’Ansa, Chiara Appendino aveva comunicato la decisione di richiedere il rito abbreviato anche nell’interesse della stessa città di Torino.
“Questa mattina all’udienza per il processo Ream chiederò il giudizio abbreviato. Sono, infatti, fermamente convinta di avere sempre operato nell’interesse della collettività e della Città. Questa mia scelta, garantendo una più rapida definizione del processo, va nell’interesse anche della Città che rappresento”.
La vicenda
La vicenda risale al 2012, quando Ream si assicurò il diritto di prelazione sulla zona dell’ex Westinghouse versando una caparra di cinque milioni di euro nelle casse del Comune. La zona sarebbe poi stata aggiudicata alla Amteco-Maiora. I cinque milioni di cui sopra non compaiono nei bilanci del Comune.