Processo Salis: situazione caratterizzata da un eccesso di tensioni, ovvero da una polemica accesa che coinvolge il governo, l’opposizione e anche, seppur in modo sottile, gli esponenti della maggioranza.
Cominciamo, come farebbero i grandi semiologi Umberto Eco in testa, dal titolo. C’è troppo sale in questa vicenda, ovvero troppa polemica agguerrita ancora una volta fra governo e opposizioni, ma anche e neanche troppo in controluce all’interno della maggioranza.
Salvini attacca, Meloni media Lupi parla di garantismo non a intermittenza. Per non parlare del tema già da campagna elettorale della democrazia “illiberale “ di Orban, di come vogliamo porci con lui, di come deve porsi l’Europa.
Come se non bastasse questo calderone, nella vicenda c’è troppa analisi sulla persona Salis, sulla sua storia, sulle sue idee, sulle sue colpe, vere e presunte. Per alcuni una vittima del neo fascismo ungherese, per altri una cattiva maestra ( e maestra lo è davvero ) che va in giro per l’Europa ad aggredire gli estremisti di destra.
Il tema però non è questo. La Salis può avere tutte le idee che vuole, su quello che è avvenuto a Budapest farà luce la giustizia ungherese e, se ha sbagliato, pagherà. L’importante è che abbia un giusto processo, che sia trattata con dignità dietro le sbarre e che non venga portata in forme umilianti in un’aula giudiziaria della civile Europa. Il tema è questo, ovvero quello dei diritti universali che l’Ue riconosce alla persona, a prescindere dalla sfera morale e ideologica.
Io mi sono sempre battuto per la certezza della pena ma come summa della democrazia non come difetto della democrazia. Pagare in proporzione al reato commesso rasserena la comunità rispetto al fatto che ci siano delle regole collettive rispettate. Lassismo o ipertrofia penalistica fanno invece solo danni. Era così difficile condannare senza se e senza ma quello che abbiamo visto, cioè una donna portata in pubblico con i ceppi e le catene come nel Medioevo?
Di questo dobbiamo discutere a prescindere da quello che la Salis ha fatto o ha detto o ha pensato. Il nostro essere patologicamente sempre Guelfi e Ghibellini stavolta ci ha riportato indietro, basta solo che si chieda ora agli imputati di sfidarsi a duello per dimostrare la loro verità, come nel film di Ridley Scott ( The last duel). Provocazioni a parte, ora battiamoci tutti perché a questa donna venga restituito il rispetto. Poi se saranno dimostrarti pagherà per i reati commessi secondo canoni e procedure che nell’Europa si oggi devono essere adeguati alla sensibilità del tempo e condivisi. Orban o non Orban.