Definizione, ruolo, formazione e competenze dell’Utility Manager certificato, il consulente dedicato ai consumatori di energia e servizi di telecomunicazione.
Sono decine di migliaia i venditori attivi sul territorio nazionale, tra operatori di energia elettrica, gas e telecomunicazioni. Mettere al centro le esigenze del consumatore dovrebbe rappresentare l’obiettivo principale per queste figure professionali, che troppo spesso adottano strategie commerciali al limite della trasparenza e non orientate a favorire il bene della collettività.
Il rischio per i consumatori, infatti, è proprio quello di affidarsi a un operatore non qualificato, poco serio e impreparato, andando incontro a possibili criticità. A partire dal 2020, fortunatamente, è entrata in vigore una normativa ad hoc per certificare ufficialmente l’Utility Manager, il manager delle utenze, che rientra nelle cosiddette “Attività professionali regolamentate” e che deve caratterizzarsi per il possesso di specifiche abilità e competenze.
Una conquista importante per tutti i professionisti che ricoprono con passione e dedizione il ruolo di “consulente verticale sulle bollette” e che, proprio grazie alla certificazione, si distinguono nettamente dagli agenti di commercio tradizionali.
Agente di commercio e Utility Manager a confronto
Il ruolo dell’agente di commercio, sia monomandatario sia plurimandatario, è noto a tutti: è una figura chiamata a proporre ai privati o alle aziende contratti di fornitura di servizi legati al settore delle utilities, un addetto alla vendita delle “migliori offerte” per conto di agenzie e società attive in vari comparti.
L’Utility Manager, invece, non è un semplice agente ma può essere definito un professionista della consulenza dedito totalmente alla soddisfazione dell’utente finale, rispondendo con efficacia alle singole esigenze.
Andando oltre la mera vendita di contratti, l’Utility Manager è in grado di analizzare lo stile di consumo, eseguire un’analisi dei contratti attuali e proporre le soluzioni più efficaci non solo da un punto di vista economico ma anche ecologico. Attento alla sostenibilità, è anche capace di affiancare il cliente in ogni decisione e nella gestione delle pratiche necessarie per cambiare operatore e attivare un nuovo servizio.
La figura dell’Utility Manager è assimilabile a quella del Family Banker, a cui una famiglia affida i propri risparmi: il rapporto di fiducia che si crea tra il consulente e il consumatore, infatti, riveste un ruolo fondamentale e deve basarsi su solidi principi. Inoltre, come il Family Banker, anche l’Utility Manager gestisce budget mensili dedicati alle utenze, cercando di operare le scelte migliori in termini di risparmio e sostenibilità.
Utility Manager certificato: ruolo e obiettivi
Come accennato sopra, l’Utility Manager è una figura professionale “potenziata” in quanto certificata, in virtù della normativa Uni 11782 del 2020 che ne ha finalmente messo nero su bianco una definizione dettagliata.
Avendo a disposizione un percorso di formazione che consente l’accesso alla certificazione di conformità della norma, infatti, l’Utility Manager può ottenere un riconoscimento sul mercato delle proprie abilità e del proprio operato, portando chiarezza e trasparenza in tutto il settore delle utenze.
L’Utility Manager certificato, in particolare, agisce al fine di rendere possibili cambiamenti migliorativi, nell’ottica di favorire la sostenibilità ecologica ed economica per le famiglie e per le imprese. Il suo lavoro e lo stesso rapporto di fiducia con i consumatori si basano su due valori fondamentali, che segnano anche il gap tra questa figura e l’agente di commercio: la competenza professionale certificata e l’aggiornamento continuo.
L’importanza della formazione per l’Utility Manager certificato
Secondo quanto previsto dalla norma UNI 11782:2020, ciascun Utility Manager certificato deve essere adeguatamente formato e costantemente aggiornato.
Il percorso di formazione e il superamento dell’esame finale, infatti, sono finalizzati a riconoscere i requisiti e le competenze acquisite dall’Utility Manager, che con la sua preziosa consulenza è in grado di generare valore aggiunto per le aziende e i privati.
Tutelare le migliaia di players (agenzie, società di vendita, operatori) del mercato delle utilities è proprio la mission di Assium – Associazione Italiana Utility Manager – attiva nella tutela e promozione dell’Utility Manager certificato e che si propone di aumentare la credibilità e la dignità di chi lavora nel settore dell’utility management anche al fine di istituire il Registro Professionale degli Utility Manager.
A sottolineare l’importanza della formazione è proprio Federico Bevilacqua, Presidente di Assium e imprneditore attivo nel settore da oltre vent’anni:
“L’aggiornamento costante è uno dei requisiti base dei nostri Utility Manager. Per diventare Utility Manager certificato, occorre seguire un corso di formazione di almeno 24 ore su temi afferenti alle utenze di energia e telecomunicazioni, maturare almeno due anni di esperienza nel settore e superare un esame con un ente di certificazione preposto. Dopodiché l’Utility Manager viene inserito nell’apposito registro di Accredia. Possono ottenere la certificazione sia coloro che lavorano già nel settore, che i giovani inseriti da poco nel mercato del lavoro: questa è un’opportunità professionale seria, con una domanda di personale fiorente”.
Assium è il punto di riferimento per i professionisti di questo mercato, possono associarsi sia privati che aziende: le aziende, in modo particolare, hanno un ruolo importante perché attraverso il loro sostegno consentono all’Associazione di accelerare la divulgazione e preparare un tessuto di consulenti capaci di rendere la gestione delle utenze una pratica consapevole, sana e chiara, oltre che sostenibile e in linea con gli obiettivi dell’agenda 2030. Per le aziende, in modo particolare ci sono diverse proposte sia di sponsorizzazione che di Attestazioni.