Profughi fuggono dall’Iran, «Ma in Italia non c’è posto» 

Profughi fuggono dall’Iran, «Ma in Italia non c’è posto» 

Sono fuggiti da Teheran e Kabul, ma in Italia non c’è posto: le difficoltà delle famiglie di profughi che scappano da condizioni estreme.

Si tratta della storia di una famiglia di profughi provenienti da Kabul e Tehran, in Iran. Ramez è una bambina di soli otto anni. Ha affrontato, insieme alla sua famiglia, più di tre settimane di viaggio dall’Afghanistan. Ha viaggiato in bus e in treno, fino a giungere a piedi in uno scantinato dell’associazione Rete Milano. 

L’associazione si trova in zona Lambrate, e si occupa dei ricoveri d’emergenza per i profughi. Funge anche da deposito del vestiario. Ha viaggiato insieme alla sua famiglia, compostata fratelli e anche da cugini. Sono sette persone in tutto. 

Finalmente possono indossare dei vestiti puliti e stare al caldo. Sono arrivati nella giornata di ieri alla stazione Centrale di Milano. Hanno percorso l’intera “rotta balcanica” dalla Turchia. Sardar, uno dei fratelli di Ramez, ha raccontato durante un’intervista riportata dal giornale Avvenire la loro situazione. «Non è più possibile vivere a Kabul – spiega Sardar, di 18 anni –. Troppe regole, troppo opprimenti e poco lavoro, poco da mangiare».  

Proprio a causa di questa situazione, la famiglia ha deciso di intraprendere un lungo viaggio, nonostante il freddo e il gelo. «Con l’acqua fino alla vita e la bimba in braccio abbiamo avuto paura», spiegano. Una volta giunti a Milano, sono stati picchiati dalle forze dell’ordine. 

Il racconto di un rifugiato politico iraniano

«Passo tutti i giorni in Centrale e da settembre trovo almeno 2 o 3 ragazzi, quando non intere famiglie iraniane. Appena sentono che parlo persiano si avvicinano per chiedere aiuto», racconta un rifugiato politico iraniano. Era arrivato in Italia nel 2012 e ad oggi lavora come impiegato in un grande gruppo. Poi, alla fine del turno, fa volontariato per aiutare i profughi. 

Il suo racconto continua: «Spesso, però, ci sono coppie con minori che non possono dormire in stazione: è troppo pericoloso e fa troppo freddo ora. Per loro cerchiamo accoglienza per una notte in un appartamento a disposizione dell’associazione o da privati. Ma non ci sono posti abbastanza per tutti quelli che stanno scappando in questo periodo dall’Iran. Sono soprattutto giovani, minacciati d’arresto per aver manifestato che hanno bisogno di scappare subito».