La protesta delle palestre contro le chiusure. Il 20 per cento delle strutture ha riaperto nonostante il rischio multe.
ROMA – E’ iniziata la protesta delle palestre contro le chiusure. Almeno il 20% delle strutture ha deciso di riaprire illegalmente per dare un chiaro segnale al Governo.
I numeri, riportati dall’Ansa, sembrano essere destinati ad aumentare nei prossimi giorni per cercare di sopravvivere alla crisi economica. Il 30% delle palestre, infatti, molto probabilmente non riaprirà dopo un anno di chiusura.
Guglielmi: “Ristori cospicui solo ai lavoratori sportivi, istruttori, tecnici e allenatori”
A commentare i motivi della protesta è stato Giampiero Guglielmi. “E’ più facile contagiarsi all’aperto andando in un parco, prendendo un autobus pubblico, andando in una farmacia piuttosto che andando in una palestra – ha detto il presidente dell’Anpals – gli unici ristori cospicui sono arrivati ai lavoratori sportivi, agli istruttori, ai tecnici e agli allenatori. Le strutture sportive hanno avuto perdite di 150-200mila euro, ma hanno ricevuto 6-7mila euro di ristori, cifra non sufficiente neanche per una mensilità dell’affitto dei locali […]“.
“So che è illegale aprire – ha aggiunto commentando la protesta – ma non posso non mettermi nei panni di titolari di strutture sportive che non hanno più di che sfamare la famiglia. La maggior parte di loro non ha nulla da perdere, accetteranno una sanzione pur di riprendere a lavorare […]. In questo anno di lockdown non si sono ravvisati casi di contagio perché le norme dei protocolli presentati dal Cts erano molto stringenti […]“.
Regioni in pressing sul Governo
Palestre e piscine potrebbero ripartire nel mese di maggio. Le Regioni sono in pressing per avere una revisione del decreto e delle misure per consentire un cambio di passo anche per quanto riguarda il ritorno alla normalità.
I dubbi sono diversi, ma il premier Draghi potrebbe nei prossimi giorni ascoltare con molta attenzione le richieste che arrivano dagli enti locali.