Proteste a Hong Kong, la polizia spara lacrimogeni contro i manifestanti

Tensione a Hong Kong, dove centinaia di manifestanti protestano contro la legge sulla sicurezza in approvazione al Congresso cinese.

A Hong Kong si alza la tensione. Centinaia di manifestanti sono scesi per le strade per protestare contro la legge sulla sicurezza nazionale in discussione al Congresso del popolo di Pechino, accusata di infliggere un colpo letale all’autonomia dell’ex colonia britannica. I manifestanti denunciano la proposta come una minaccia alle libertà civili e alla fine del principio “Una Cina, due sistemi“.

La legge contestata

Al centro delle proteste è la nuova legge sulla sicurezza nazionale che vieta la rivolta, la secessione e la sovversione al governo centrale di Pechino attraverso un metodo che potrebbe aggirare il potere del Consiglio legislativo dell’ex colonia britannica.

La protesta per le vie di Hong Kong

Gli attivisti si sono riuniti in due punti principali: presso il grande magazzino Sogo di Causeway Bay e al Southorn Playground di Wanchai a partire dalle 13 locali (le 7 in Italia), al fine di dare vita a una marcia non autorizzata per dimostrare alla comunità internazionale che gli hongkonger hanno ferma determinazione nella lotta per la  democrazia. Gli attivisti hanno scandito slogan come “Niente rivoltosi, solo tirannia“.

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La polizia attacca

Gli agenti si sono dispiegati in assetto antisommossa, ordinando alla folla di disperdersi. Alle 14:24 locali è stato lanciato il primo gas lacrimogeno all’incrocio tra Hennessy Road e Percival Street. L’attivista di Power People Tam Tak-chi era stato arrestato solo pochi minuti prima mentre conduceva quello che chiamava un discorso sulla salute fuori dal grande magazzino Sogo, sostenendo che tali assembramenti erano esenti dalle regole anti-coronavirus che vietano le riunioni di più di otto persone.