In Canada continuano le proteste contro le regole anti-Covid: Toyota e Ford chiudono gli stabilimenti

In Canada continuano le proteste contro le regole anti-Covid: Toyota e Ford chiudono gli stabilimenti

Toyota e Ford costretti a chiudere gli stabilimenti in Canada per le diverse proteste. Problemi anche per Stellantis.

ROMA – Toyota e Ford costretti a chiudere gli stabilimenti in Canada per le diverse proteste che ormai vanno in scena da giorni. I camionisti, infatti, sono scesi in strada per ribadire il proprio no all’obbligo del vaccino e questo sta portando molti disagi alle aziende automobilistiche.

Come detto, le prime due sono state costrette ad abbassare le saracinesche per le difficoltà a produrre. Problemi anche per il gruppo Stellantis. In questo caso la multinazionale non ha chiuso, ma ha annunciato dei ritardi nella produzione nella sua fabbrica in Ontario per la mancanza di pezzi.

Le proteste in Canada

Come detto, le proteste in Canada vanno avanti ormai da tempo. I camionisti sono scesi in strada per dire il proprio no all’obbligo vaccinale e i disagi non sono mancati. Nonostante le difficoltà economiche provocate da queste proteste, da parte degli autotrasportatori non c’è nessuna intenzione di fare un passo indietro e quindi queste manifestazioni continueranno in futuro.

Una situazione in continua evoluzione e non possiamo escludere altri problemi in Canada proprio per queste dimostrazioni che, ormai da diverso tempo, continuano a condizionare la quotidianità del Paese.

canada

Le manifestazioni si allargano ad altri Paesi

Il movimento è pronto ad allargarsi ad altri Paesi. In Belgio si è deciso di non far entrare a Bruxelles i convogli della libertà. Corteo che presto dovrebbe raggiungere anche Parigi e per questo motivo non possiamo escludere la possibilità di misure più dure per evitare disagi.

Bisogna dire che in Canada non ci sono stati particolari scontri con le forze dell’ordine, ma i problemi sono arrivati dai ritardi nelle consegne delle merci. Ci aspettiamo, quindi, gli stessi problemi se le dimostrazioni dei camionisti arriveranno anche in Europa.