Google, di fatto è diventato il confessore dei nostri peccati.
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Direttore: Alessandro Plateroti

Puoi mentire a tutti, tranne che a Google

Oggi tutto è Big Data, Google di fatto è diventato il confessore dei nostri peccati.

Riparliamo di quanto già discusso da tempo, ma che troviamo incredibile …ma vero !

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Nel 2016, lo scienziato statunitense Seth Stephens-Davidowitz analizzò i risultati anonimi delle ricerche di Google, scoprendo verità inquietanti sui nostri desideri, credenze e pregiudizi.

Dalla ricerca del giornalista, abbiamo infatti appreso che, analizzando i dati anonimi di milioni di persone, possiamo scoprire che non siamo gli unici ad avere difficoltà nella vita, nel matrimonio, sul lavoro, in amore, nel sesso. Perché a scorrere la timeline dei social, a volte, sembra invece che tutti abbiano una vita migliore della nostra. E invece, semplicemente, stanno mentendo.

Tutti mentono. La gente mente su quante bevande ha bevuto mentre tornava a casa. Mente su quanto spesso va in palestra, quanto costano le scarpe nuove. Mente dicendo se ha letto o no quel libro. Si ammala quando non lo è. Dice che si farà sentire quando non ha intenzione di farlo. Le persone Dicono che non si tratta di te quando si tratta di te. Dicono che ti amano quando non lo fanno. Dicono che sono felici mentre non è vero. Dicono che gli piacciono le donne quando gli piacciono invece gli uomini. La gente mente agli amici. Mente ai titolari. Mente ai bambini. Mente ai genitori. Mente ai medici. Mente ai mariti. Mente alle mogli. Le persone mentono a sé stessi. E sicuramente mentono ai sondaggi.

Nessuno dice la verità nei sondaggi

Molte persone omettono comportamenti e pensieri imbarazzanti nei sondaggi. Vogliono avere un bell’aspetto, anche se la maggior parte dei sondaggi sono anonimi. Un importante documento del 1950 ha fornito una potente prova di come i sondaggi possono essere vittime di tali pregiudizi.

I ricercatori hanno raccolto dati, da fonti ufficiali, sui residenti di Denver: quale percentuale di loro ha votato, ha dato soldi in beneficenza, e possedeva una tessera della biblioteca.

Hanno poi intervistato i residenti per vedere se le percentuali corrispondevano. I risultati furono, all’epoca, scioccanti. Quello che i residenti hanno riferito alle indagini era molto diverso dai dati che i ricercatori avevano raccolto.

Anche se nessuno ha dato i loro nomi, le persone, in gran numero, hanno esagerato nei dati comunicati.

E’ cambiato qualcosa in 65 anni? Nell’era di internet, non possedere una tessera della biblioteca non è più imbarazzante. Ma, mentre ciò che è imbarazzante o desiderabile può essere cambiato, la tendenza della gente a ingannare i sondaggisti rimane forte.

Un recente sondaggio ha posto ai laureati dell’Università del Maryland varie domande sulla loro esperienza universitaria. Le risposte sono state confrontate con i documenti ufficiali. Le persone hanno costantemente fornito informazioni sbagliate, in modo da sembrare migliore, anche se il sondaggio era anonimo.

Meno del 2% ha riferito di essersi laureata con un punteggio inferiore a 2,5 GPA (media dei punti di valutazione). In realtà, circa l’11% circa. E il 44% ha dichiarato di aver donato all’università nell’ultimo anno. In realtà, circa il 28% lo ha fatto.

Quanto è grande questo problema?

Più del 40% degli ingegneri di un’azienda dice di essere nella top 5%. Più del 90% dei professori universitari afferma di svolgere un lavoro superiore alla media.

Per ottenere risposte veritiere, i sondaggi su Internet sono migliori dei sondaggi telefonici, che sono migliori dei sondaggi di persona. Le persone ammetteranno di più se sono sole che se altri sono nella stanza con loro. Tuttavia, su argomenti delicati, ogni metodo d’indagine darà luogo a sostanziali errori di segnalazione.

Le persone non sono incentivate a dire la verità nei sondaggi.

Come possiamo quindi imparare cosa pensano e fanno realmente i nostri simili esseri umani?

Big Data. Alcune fonti online inducono le persone ad ammettere cose che non ammetterebbero da nessun’altra parte. Servono come un siero digitale di verità.

Pensate alle ricerche di Google. Ricordate le condizioni che rendono le persone più oneste. Online? Si. Da solo? Si. Nessuna persona che gestisce un sondaggio? Si.

Il potere nei dati di Google è che le persone dicono al gigante motore di ricerca cose che potrebbero non dire a nessun altro. Google è stato inventato in modo che la gente potesse conoscere il mondo, non in modo che i ricercatori potessero conoscere le persone, ma si scopre che le tracce che lasciamo mentre cerchiamo la conoscenza su Internet sono tremendamente rivelatrici.

Analizzando dati anonimi di Google, rivela il giornalista, le rivelazioni hanno continuato ad arrivare. Malattie mentali, sessualità umana, aborto, religione, salute. Non proprio piccoli argomenti, e questo dataset, che non esisteva un paio di decenni fa, offriva nuove prospettive sorprendenti su tutti loro. Sono ormai convinto che le ricerche di Google siano il più importante dataset mai raccolto sulla psiche umana”, riferisce l’autore della ricerca.

C’è solo un luogo dove tutti si sentono completamente liberi, dove possono esprimere qualsiasi desiderio, dove è possibile soddisfare ogni più strana e perversa curiosità: questo posto è Internet, e il loro più fedele confidente si chiama Google.

Nell’era digitale ogni azione in rete viene tracciata, registrata e analizzata, per cui il motore di ricerca e i vari social network potrebbero, in qualunque momento, dirci chi siamo veramente !

Fonte

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ultimo aggiornamento: 20 Novembre 2018 8:11

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