Tour mondiale per Pupo: tra le tappe c’è anche la Russia. L’artista replica alle critiche e chiarisce di non avere mai incontrato Putin.
Dopo la trasferta di Al Bano e le polemiche per la gaffe al TG1, anche Pupo annuncia una tappa in Russia per il suo prossimo tour internazionale. Una decisione che ha suscitato reazioni contrastanti, ma che l’artista giustifica, in un’intervista a Repubblica riportata da Fanpage, con la consueta franchezza. “Vado dove mi pagano“, spiega il cantante di ‘Su di noi’.

Le ombre dietro la vita di Pupo
Dietro ai grandi successi come Su di noi e Gelato al cioccolato, si nascondono anche le ombre di una vita segnata da tre “demoni“: “Il primo è la musica e quindi, artisticamente, tutto bene. Il secondo è il gioco: ho sperperato, in euro, 3-4 milioni. Ho smesso da vent’anni, ma reprimo la tentazione ogni giorno. Il terzo è il sesso: compulsivo, con chiunque e ovunque“.
Pupo riflette anche sul significato del suo nome d’arte, che inizialmente cercò di abbandonare: “Ci ho sofferto per anni. Ma ormai è un marchio, anzi un suono“. Ricorda con ironia il tentativo a Sanremo 1992 di farsi chiamare Enzo Ghinazzi: “Baudo mi annuncia, e dal palco vedo la gente sbigottita chiedersi chi fossi“.
I motivi sul suo ritorno in Russia
Pupo, aggiunge Fanpage, si è detto pronto a tornare sul palco con un tour mondiale che toccherà diversi Paesi: “Si parte il 13 da Arezzo e poi giro il mondo: Canada, Stati Uniti, Svizzera, Germania, Australia, Sud America e Russia“. Proprio quest’ultima destinazione ha sollevato polemiche.
Ma il cantante chiarisce subito la sua posizione: “Vado dove mi pagano“. Spiega di essere molto amato in Russia sin dal 1979 e di non vedere ragioni per negare al popolo russo la possibilità di ascoltare la sua musica.
A chi gli chiede se abbia rapporti con il potere, risponde: “Putin non l’ho mai conosciuto“. E aggiunge che, se ci fossero le condizioni di sicurezza, si esibirebbe anche in Ucraina o persino in Corea del Nord.