Putin annuncia che la riconciliazione con l’Ucraina sarà inevitabile e ribadisce la forza della Russia senza armi nucleari.
In un momento storico segnato da un conflitto che sembra lontano da una conclusione, le parole dei leader coinvolti Putin e Zelensky assumono una valenza cruciale. La guerra tra Russia e Ucraina, iniziata nel 2022, continua a mietere vittime e a distruggere infrastrutture, mentre la diplomazia internazionale fatica a trovare un varco. Eppure, proprio alla vigilia delle celebrazioni del 9 maggio, dalla Russia giunge una dichiarazione che suona sorprendente, pur restando ambigua nel contesto attuale.
Il presidente russo Vladimir Putin ha rilasciato un’intervista per il documentario Russia. Cremlino. Putin. Venticinque anni, prodotto dalla tv Rossiya1 e anticipato sui social dal giornalista Pavel Zarubin. In questo lungo colloquio, Putin si è soffermato sulle motivazioni e sugli obiettivi della cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina, ma anche su un possibile futuro di pace.

Putin: “Abbiamo abbastanza forza per vincere senza atomica”
Nel documentario, Putin ha ribadito la determinazione della Russia a proseguire il conflitto fino a una “conclusione logica”. Ha dichiarato: “Abbiamo abbastanza forza e risorse per portare a una conclusione logica quanto iniziato nel 2022, con il risultato di cui la Russia ha bisogno, anche senza ricorrere ad armi nucleari in Ucraina.” Una frase che conferma l’intenzione di Mosca di raggiungere i propri obiettivi senza escalation nucleare, ma che allo stesso tempo evidenzia la volontà di non arretrare.
Putin ha inoltre sottolineato che l’avvio dell’operazione militare non era nei piani originari: “Non ci siamo preparati in modo particolare. Abbiamo cercato sinceramente di risolvere pacificamente il problema del Donbass. Ma si è scoperto che l’altra parte la pensava e agiva diversamente. Vedete, chiunque può essere ingannato. Ma volevo crederci.”
Ha poi ripercorso la decisione russa del 2014: “La Russia è stata costretta a prendere la decisione di sostenere la popolazione della Crimea e di Sebastopoli. Perché in caso contrario li avremmo lasciati fare a pezzi.” E ha aggiunto: “Ovviamente, davo per scontato che ci sarebbero state delle serie difficoltà. E così è stato, nel 2014 sono state introdotte immediatamente le sanzioni. E penso che abbiamo fatto la cosa giusta.”
Zelensky: “Mosca chiede tregua mentre ci bombarda”
La risposta di Kiev non si è fatta attendere. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato Mosca di cinismo: “I russi chiedono una tregua per il 9 maggio, mentre attaccano l’Ucraina ogni giorno: questo è cinismo di altissimo livello.” Un’accusa arrivata dopo l’ennesimo attacco notturno su Kiev, che ha provocato vittime e incendi. Zelensky ha denunciato che “solo questa settimana la Russia ha utilizzato contro l’Ucraina più di 1.180 droni da attacco, 1.360 bombe aeree guidate e 10 missili di vario tipo.”
Secondo il leader ucraino, la tregua proposta da Mosca è solo un diversivo: “L’Ucraina è pronta alla tregua a ogni momento, ma non deve durare meno di un mese, per porre fine alla guerra.”
E proprio sul tema della pace, Putin ha concluso la sua intervista con una frase che ha fatto discutere: “La riconciliazione con il popolo ucraino è inevitabile. È solo questione di tempo.” Una dichiarazione che lascia aperte molte interpretazioni e che arriva in un momento in cui le armi, purtroppo, parlano ancora più forte delle parole.