Putin: “L’Ucraina ha bloccato i negoziati”

Putin: “L’Ucraina ha bloccato i negoziati”

Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha accusato l’Ucraina di aver bloccato i negoziati di pace. Una situazione drammatica.

La guerra in Ucraina continua, e la possibilità di arrivare a una possibile pace è sempre più lontana. Il presidente della Russia, l’uomo al centro del mirino europeo, Vladimir Putin, ha rilasciato una dichiarazione che fa discutere. Stando al presidente russo, i negoziati tra i due Paesi in guerra sono “essenzialmente bloccati da Kiev”. Questo è quanto detto dal presidente russo al cancelliere tedesco Olaf Scholz, in un colloquio telefonico tenutosi oggi.

La telefonata odierna

L’agenzia Tass ha riportato gli argomenti trattati dalle due figure politiche, dichiarando che Scholz e Putin hanno parlato principalmente dell’aspetto umanitario della guerra. Vladimir Putin ha delineato in dettaglio la logica e i compiti principali dell’operazione militare speciale per proteggere le repubbliche popolari del Donbass, ha parlato delle misure che vengono adottate per garantire la sicurezza dei civili”.

Le dichiarazioni del Cremlino

Il Cremlino ha dichiarato anche che ci sono state delle significative evoluzioni per quanto riguarda la situazione dell’acciaieria Azovstal. “È stato anche detto che, con la partecipazione dei rappresentanti delle Nazioni Unite e del Comitato internazionale della Croce Rossa, è stata effettuata l’evacuazione dei civili detenuti dalle forze di sicurezza ucraine presso l’acciaieria Azovstal a Mariupol. Ma non solo: Putin avrebbe anche sottolineato al cancelliere “le continue gravi violazioni del diritto internazionale umanitario da parte dei militanti dell’ideologia nazista e i metodi disumani che stanno usando”.

Vladimir Putin

La risposta di Zelensky

Il presidente ucraino ha dichiarato di essere “pronto a parlare con Putin senza mediatori, però bisogna portare via le forze armare russe dal nostro territorio, noi non abbiamo militari sul territorio russo”. Volodymyr Zelensky ha inoltre asserito che, per intavolare una trattativa, i russi “devono liberare i nostri villaggi, le nostre case, restituire cosa è stato saccheggiato. Che loro se ne vadano e che rispondano per quello che hanno fatto. Come popolo non possiamo accettare compromessi per quello che riguarda la nostra indipendenza. Come minimo devono uscire dal territorio che hanno occupato dal 24 febbraio. È il primo passo per poter parlare di qualsiasi cosa, ma non sentiamo risposte a questa domanda”. Queste le parole del presidente dell’Ucraina, in un’intervista a Porta a Porta andata in onda ieri sera.