Una tessera elettronica permetterà di conoscere eventuali restrizioni all’esercizio dei chierici.
La Conferenza Episcopale Francese annuncia una novità: ciascun vescovo, prete e diacono verrà dotato entro la fine del 2023 di una tessera digitale con foto di riconoscimento e con un QR code univoco. Non solo un modo per diventare più moderni, ma uno strumento sicuro per identificare facilmente i chierici e per venire a conoscenza di eventuali restrizioni al loro esercizio.
L’idea è nata in occasione della Conferenza dei vescovi di Francia del 2021, come risposta ai gravi scandali di abusi sui minori e pedofilia che hanno interessato la Chiesa transalpina: una carta d’identità elettronica, consultabile velocemente con uno smartphone, permetterà infatti di avere le adeguate informazioni riguardanti un ecclesiastico, soprattutto durante gli spostamenti al di fuori della sua diocesi o nel corso dei grandi raduni.
Per la verità, si tratta solamente della digitalizzazione di un antico documento già previsto dalla Chiesa, il “celebret”. Anche questo aveva la funzione di garantire che un prete fosse ordinato e stesse operando legittimamente, ma era cartaceo, facilmente falsificabile e solitamente poco aggiornato. Realizzarne una versione elettronica cancellerebbe tutti questi problemi.
Come funzionerà nella pratica il tesserino con il QR code
Grazie a questa nuova iniziativa, i parroci ospitanti e gli organizzatori di eventi ecclesiali potranno richiedere e consultare il tesserino digitale, il quale, oltre a contenere i principali dati anagrafici del chierico che lo possiede, sarà provvisto, come detto sopra, di un QR code, che, non appena scansionato, permetterà di visualizzare in modo immediato la presenza o meno di restrizioni all’esercizio delle funzioni religiose.
Se appare il colore verde, significa che il chierico in questione ha l’abilitazione a tutte le attività del suo ministero; il colore arancione significa, invece, che è presente almeno una restrizione; e il colore rosso indica in modo chiaro l’impedimento nell’esercizio delle funzioni liturgiche. Solamente il possessore della tessera potrà, però, visualizzare nel dettaglio tutte le limitazioni che lo colpiscono.
Tra le tante, al chierico potrebbe essere impedito di celebrare le messe, predicare, conferire i sacramenti, ma anche, come riporta Avvenire, “sorvegliare da soli gruppi di giovani” o “restare soli con un minore anche in uno spazio visibile”. Per quanto questa iniziativa non metterà di sicuro da sola fine all’enorme problema della pedofilia nella Chiesa, potrebbe essere un primo passo concreto nel cercare di arginarlo, e magari le Chiese degli altri Paesi potrebbero seguire l’esempio della Francia.