Quali sono i titoli di credito al portatore e quando sono contestabili?

Quali sono i titoli di credito al portatore e quando sono contestabili?

I titoli di credito muovono l’economia (anche se non ce ne accorgiamo)

Quali sono i titoli di credito al portatore? Quelli sui quali viene indicato il portatore ma non il beneficiario. Obbligazioni, assegni e azioni di risparmio e soprattutto le banconote sono tra questi.

L’economia si regge su titoli di credito al portatore

Il titolo di credito conferisce diritto di credito: il possessore ha diritto a ottenere il pagamento corrispondente a quel titolo, o le prestazioni corrispondenti a quel titolo.

Sono titoli di credito anche gli assegni bancari, le cambiali, le azioni e le obbligazioni.

Azioni e obbligazioni mutano lo stato giuridico del possessore, rendendolo socio di una società oppure proprietario di una quota del capitale sociale di un’azienda.

Le cambiali vengono utilizzate prevalentemente in ambito commerciale con la funzione di ritardare il pagamento di una certa somma.

Gli assegni vengono utilizzati principalmente per grosse somme, che il portatore può riscuotere dal debitore (cioè dalla banca presso cui chi ha firmato l’assegno ha del credito).

I titoli di credito sono definiti come documenti. E’ quindi piuttosto strano realizzare che le banconote sono il titolo di credito più diffuso e soprattutto più importante della nostra economia.

Quali sono i titoli di credito al portatore?

Assegni e banconote sono titoli al portatore, come lo sono anche i titoli di credito obbligazionari.

Si definiscono genericamente titoli di credito al portatore quei titoli la cui circolazione è legata alla semplice cessione concreta del titolo. Pagare qualcuno in altri termini vuol dire cedere un titolo di questo tipo a un nuovo portatore. Allo stesso modo consegnare un assegno vuol dire cedere al portatore il nostro diritto di credito presso un certo debitore.

E’ chiamato portatore qualsiasi soggetto che riceve un titolo di credito e lo esibisce davanti a un debitore.

I titoli al portatore sono definiti in questo modo perché non viene inserito nel titolo il nome di alcun beneficiario, ma la dicitura “al portatore”. Talvolta il beneficiario viene indicato, ma anche in questo caso la dicitura corretta con cui indicare il titolo rimane “titolo al portatore”.

Nel caso degli assegni è possibile rifiutarsi di pagare il portatore del titolo, a patto che vi siano motivi verificabili che invalidino il possesso di quel titolo da parte del portatore. La falsificazione della firma, l’incapacità mentale al momento dell’apposizione della firma, ed eventuali difetti formali del titolo sono motivazioni più che valide per rifiutare di cambiare un assegno.