Meloni e Salvini non sono sempre e comunque stati a favore delle trivellazioni. Idem Forza Italia. Oggi però i due politici cambiano rotta.
“Se si ragiona per ideologie, poi si pagano le conseguenze. Come vediamo oggi dal costo delle nostre bollette, che dobbiamo anche a certo ambientalismo ideologico che ci ha impedito per esempio di estrarre il gas dai nostri mari”. Queste le parole della Meloni, che sembrano però fare a pugni con quanto la stessa leader aveva affermato nel lontano 2016.
A quel tempo, a Palazzo Chigi c’era Matteo Renzi e Giorgia Meloni si schierò con il Sì al referendum per abrogare la legge che consentiva di sfruttare i giacimenti di gas e petrolio entro le 12 miglia (19,3 km) dalla costa. La leader di Fdi spiegava che le trivellazioni andavano fermate “per dire basta all’inquinamento del nostro mare”. “Non andare a votare, sarebbe aiuto ad alcune grandi lobby”.
E Salvini?
Anche Matteo Salvini, oggi del tutto a favore delle trivellazioni, fece campagna elettorale per il Sì.
Ricordiamo le sue parole nel 2016 “La nostra ricchezza si chiama turismo e si chiama pesca. Difendiamo il territorio e difendiamo il nostro mare. Gli altri Paesi che si affacciano sull’Adriatico, pensiamo alla Croazia, stanno bloccando le trivellazioni. Non mettiamo a rischio la nostra fortuna e il nostro futuro che sono il mare, la bellezza, la pesca e il turismo”.
In questi giorni però, con il prezzo degli idrocarburi alle stelle, Salvini chiede invece di “estrarre più gas, subito, ovunque sia disponibile. Penso all’Adriatico e a tutti gli impianti fermi per i no, per i signori del No”. Affermazioni quindi nettamente in contrasto, rispetto a quando diceva che la ricchezza italiana è il paesaggio “e non qualche buco nell’acqua”.