Il dibattito sulla soglia dei pagamenti con il Pos continua ma perché i commercianti non vogliono l’obbligo.
L’obbligo sul pos in Italia va avanti da anni. Introdotto nel 2012 dal governo Monti, la prima soglia minima fu introdotta dal governo Renzi. Il governo Draghi lo scorso giugno ha introdotto sanzioni per i commercianti che rifiutano di accettare pagamenti elettronici. Ora la legge di bilancio del governo Meloni ha introdotto la soglia minima di 60€ per accettare di pagare tramite Pos. Sotto questa soglia i commercianti non sono obbligati ad accettarli.
Questa norma ha provocato un grande dibattito (ancora in corso) tra l’opinione pubblica. I pagamenti tramite pos garantiscono una maggiore sicurezza perché i pagamenti elettronici sono tracciabili e quindi sfavoriscono l’evasione fiscale e le attività illegali. Ma rischia anche di poter escludere le fasce con minor accesso ai pagamenti digitali.
La motivazione del governo sulla soglia a 60€ è la necessità di considerare la crisi di liquidità e degli incrementi dei costi produttivi, gestionali e operativi causati dall’inflazione e dall’aumento dei costi energetici. L’introduzione della soglia ha fatto felici i commercianti che da sempre non accettano di buon grado i pagamenti elettronici. Il motivo è che all’esercente il pagamento con il pos costa oltre il doppio rispetto ai contanti.
Tra commissioni bancarie e gestione del contante
In media le commissioni bancarie, tutte e carico dell’esercente, è di circa 0,49€, come mostra il report della Banca d’Italia. Ovviamente poi ci sono altri fattori che dipende anche dal circuito bancario del commerciante. Ogni banca ha la propria commissione. Partendo dai costi base, al commerciante il noleggio del Pos ha un costo variabile con tariffe a noleggio o relative all’importo incassato mensile.
Ad esempio con Banca Intesa si paga l’1,8% sulle transazioni. Il costo di attivazione del Pos è di 60 euro senza canone mensile. La banca ha anche annunciato che per il 2023 saranno azzerate le commissioni sui micropagamenti fino a 15 euro. Unicredit invece prevede il costo del Pos a un canone mensile di 2,80 euro e una commissione dello 0,9% sul transato. Ma ci sono altre banche con altre modalità. Il costo medio va dallo 0,9 all’1,9%. Per i pagamenti elettronici il circuito più economico è Satispay, molto più usato al nord Italia che propone zero commissioni sotto i 10€ e una commissione dello 0,2 per quelli superiori.
Neanche la gestione del contante è priva di problemi perché mette a rischio il commerciante di banconote false, rapine e la necessità di assicurazioni. La lotta al contante però trova lo stop di alcune parti della politica. Salvini ha infatti detto sul Pos che “chi vuol pagare il caffè col bancomat è un rompipalle”. Ma la Commissione Ue e Palazzo Chigi sono in comunicazione su questo aspetto tanto che la premier ha rivelato che la soglia di 60€ potrebbe essere abbassata.