Crisi ArcelorMittal, quanto costa nazionalizzare l’Ilva. I rischi di un’operazione costosa e senza alcuna certezza.
Nel caos scatenato da ArcelorMittal, spunta una proposta per provare a risolvere la crisi. La nazionalizzazione dell’ex Ilva. Si tratta in realtà di una proposta datata, valutata e proposta da diversi governi e che inevitabilmente è tornata in auge in questa situazione emergenziale, con i franco-indiani che hanno deciso di lasciare Taranto.
Ilva, ipotesi nazionalizzazione al vaglio
L’idea di nazionalizzare l’ex Ilva è stata ventilata da Paola De Micheli, che ha fatto sapere che un intervento dello Stato non è da escludere, e da Patuanelli, che ai microfoni de la Repubblica aveva fatto sapere di non vedere rischi in un eventuale intervento statale.
“Credo sia stato storicamente un errore privatizzare il settore della siderurgia, che era un fiore all’occhiello e di cui oggi rimane un unico stabilimento. In questo momento la priorità del governo è far sì che ArcelorMittal rispetti gli impegni presi. Questo è il piano A, il piano B e il piano C e per questo ho richiamato il Parlamento, le forze sociali e tutte le componenti istituzionali del Paese a un senso di responsabilità che deve far percepire all’imprenditore la presenza massiccia del sistema Italia”.
Quanto costa la nazionalizzazione dell’Ilva
Conti alla mano, l’operazione non sarebbe propriamente conveniente per lo Stato. Con il serio dubbio che possa anche non essere sostenibile. Per riacquistare lo stabilimento e rimetterlo a norma lo Stato spenderebbe una cifra vicina ai quattro miliardi di euro. A questa cifra bisogna aggiungere i soldi necessari per riscattare la gestione commissariale e quelli indispensabili che devono essere investiti per lanciare un nuovo piano industriale che possa sostenere le necessità dell’Italia.
Un (possibile) investimento a perdere
Il tutto nella speranza che l’operazione possa essere conveniente. Il mercato dell’acciaio non è più una miniera d’oro, come testimoniato dalla decisione di ArcelorMittal di ritirarsi dall’Italia. Tradotto, il rischio è che possa trattarsi di un investimento a perdere.