“L’ultima coltellata sull’occhio”: la terrificante confessione di Filippo Turetta

“L’ultima coltellata sull’occhio”: la terrificante confessione di Filippo Turetta

Filippo Turetta confessa l’omicidio di Giulia Cecchettin. I dettagli agghiaccianti della sua confessione e il tentativo fallito di suicidio.

L’omicidio di Giulia Cecchettin, una giovane laureanda in Ingegneria biomedica di Vigonovo, Padova, ha scioccato l’Italia, la ragazza è stata brutalmente uccisa dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta, l’11 dicembre scorso. Durante l’interrogatorio nel carcere di Verona, Turetta ha confessato il crimine in maniera dettagliata, rivelando la drammatica sequenza degli eventi che hanno portato alla morte di Giulia. Il verbale il cui contenuto è stato diffuso da ‘Quarto grado’.

Giulia Cecchettin murales

La confessione di Filippo Turetta: “L’ho uccisa guardandola negli occhi”

La serata dell’omicidio è iniziata con un incontro apparentemente normale: una sessione di shopping e una cena insieme in un centro commerciale a Marghera. Tuttavia, il clima tra i due si è rapidamente deteriorato quando Giulia ha rifiutato i regali che Turetta le aveva portato. “Volevo darle un regalo, ma lei ha rifiutato,” ha detto Turetta come ripreso da adnkronos.com. “Abbiamo iniziato a discutere. Lei mi ha detto che ero troppo dipendente da lei e che stava vedendo un altro ragazzo.” La discussione è degenerata rapidamente, con Turetta che ha urlato e minacciato di suicidarsi. Giulia, impaurita, ha cercato di allontanarsi, ma Turetta l’ha inseguita con un coltello in mano.

La sequenza di violenza

Secondo il racconto di Turetta, la rabbia lo ha sopraffatto. Dopo aver afferrato un coltello dal sedile della macchina, ha inseguito Giulia, afferrandola per un braccio mentre lei urlava disperatamente per chiedere aiuto. “Lei gridava ‘aiuto’ e poi è caduta,” ha confessato Turetta come riportato da adnkronos.com. “L’ho colpita sul braccio, e poi l’ho presa per le spalle mentre era a terra.Le urla di Giulia sono state sentite da un testimone, ma nessuno è riuscito a intervenire in tempo per salvarla.

Turetta ha poi guidato la sua auto con Giulia gravemente ferita sul sedile posteriore, dirigendosi verso una zona isolata nella zona industriale di Fossò. Durante il tragitto, Giulia ha continuato a implorarlo di lasciarla andare. Turetta ha descritto come ha cercato di immobilizzarla con del nastro adesivo, ma Giulia ha continuato a lottare. Alla fine, Turetta ha fermato l’auto, è sceso e ha inseguito nuovamente Giulia, questa volta infliggendole decine di coltellate.

Avevo due coltelli nella tasca in auto dietro al sedile del guidatore. Uno l’avevo lasciato cadere a Vigonovo. Ho preso l’altro e l’ho rincorsa. Non so se l’ho spinta o è inciampata. – Continua secondo quanto riportato da adnkronos.com – Continuava a chiedere aiuto. Le ho dato, non so, una decina, dodici, tredici colpi con il coltello. Volevo colpirla al collo, alle spalle, sulla testa, sulla faccia e poi sulle braccia. Mi ricordo che era rivolta all’insù, verso di me. Si proteggeva con le braccia dove la stavo colpendo. L’ultima coltellata che le ho dato era sull’occhio.L’autopsia restituisce 75 coltellate e una morte per shock emorragico provocato dal colpo alla testa e dalle coltellate.

Dopo aver lasciato il corpo di Giulia vicino al lago di Barcis, Turetta è fuggito. Ha confessato di aver tentato il suicidio più volte, ma senza successo. “Ho provato a soffocarmi con un sacchetto di plastica e poi ho cercato di tagliarmi con un coltello, ma non ci sono riuscito,” ha detto come riportato da adnkronos.com. Alla fine, è stato catturato in Germania dopo una fuga di sette giorni e mille chilometri.

La confessione di Turetta ha portato alla sua incriminazione per omicidio volontario aggravato da premeditazione e crudeltà, oltre ai reati di sequestro di persona, occultamento di cadavere e porto d’armi. Questo tragico caso ha lasciato un segno indelebile sulla comunità di Vigonovo e ha sollevato importanti riflessioni sulla violenza domestica e la prevenzione del femminicidio.

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