Mondovì, scritta antisemita sulla porta della casa di un’ex deportata in un lager nazista. Indagano i carabinieri e gli uomini della Digos.
Scritta antisemita sulla porta di casa del figlio di una partigiana deportata nel 1944. Si tratta dell’abitazione nella quale Lidia Beccaria Rolfi visse fino al 1996, anno della sua morte.
Mondovì, scritta antisemita sulla porta della casa di un’ex deportata
L’episodio è avvenuto a Monodvì, Cuneo. Aldo Rolfi, il figlio della donna deportata, si è trovato sulla porta di casa la scritta “Juden hier“, che nella Germania nazista veniva usata per segnalare la presenza di ebrei in una casa, in un edificio o in un negozio. Si tratta di un gesto gravissimo che non può essere archiviato come una bravata.
Di seguito il post condiviso sui social da Aldo Rolfi
Indagano i carabinieri e la Digos
I proprietari della casa hanno deciso di rivolgersi ai carabinieri per sporgere denuncia. Sull’episodio indagano i militari dell’Arma e gli uomini della Digos.
Come segnalato nel suo post su Facebook, il giorno prima della minaccia, Rolfi aveva scritto un articolo in cui parlava della minaccia ancora presente dell’antisemitismo in vista del Giorno della Memoria.
Chi era Lidia Beccaria Rolfi
La Rolfi, che non è di origine ebraica, tra l’altro, è stata catturata durante la Seconda Guerra Mondiale e deportata in un lager nazista. Il suo libro “Le donne di Ravensbrück” ha una grande importanza anche dal punto di vista storico. Si tratta infatti della prima testimonianza italiana della deportazione femminile.