Elezione Presidente della Repubblica, la mossa Casellati è rischiosa ma più sensata di quanto possa sembrare.
Il 28 gennaio entra effettivamente nel vivo la corsa per il Quirinale con il Centrodestra che, sotto la spinta di Giorgia Meloni, si ricompatta e manda ai voti alla quinta votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica il nome della Presidente del Senato, Casellati. Una mossa secondo alcuni sorprendente per il rischio di bruciare un candidato forte. Ma evidentemente non si tratta di una scelta così insensata.
Perché mettere ai voti il nome della Casellati è una scelta intelligente (ma rischiosa)
Mettere ai voti il nome di Casellati per il Centrodestra significa contarsi. Capire effettivamente quanti grandi elettori sono allineati con i leader e quanti franchi tiratori. Una prova del nove che Giorgia Meloni avrebbe fatto anche prima della quinta votazione. Perché? Per dimostrare a Pd, M5s e Leu di avere concretamente la maggioranza relativa dei grandi elettori.
Di fatto la scelta porta la corsa al Colle all’ultima curva. Se Casellati non viene affossata dai grandi elettori di Centrodestra e raggiunge un buon risultato, il Centrodestra mette nero su bianco il suo vantaggio. A quel punto il Centrosinistra a dover scendere a compromessi accettando un nome dell’area almeno culturale di Centrodestra. Se il blitz Casellati fallisce salta il banco del Centrodestra e la pallino del gioco passa al Centrosinistra.
La decisione è rischiosa ma inevitabile. Dalle prime quattro votazioni l’unica indicazione emersa è che nell’Aula c’è un folto manipolo di sostenitori di Mattarella. Ma il Mattarella bis sancirebbe il fallimento della politica. Quindi si doveva sbloccare la partita. E ha deciso di farlo il Centrodestra. Sotto la spinta di Giorgia Meloni.
Giorgia Meloni: “Se mostrassimo di essere la maggioranza relativa sarebbe logico scegliere un candidato del campo del Centrodestra”
“Abbiamo fatto delle proposte e non ci hanno risposto, noi ce la stiamo mettendo tutta. I voti del Centrodestra ci sono, il Centrodestra è compatto e poi bisogna verificarlo in Aula. Noi abbiamo dimostrato che il Centrodestra può essere molto attrattivo. FdI non è il partito decisivo ma può attirare voti“, ha dichiarato Giorgia Meloni prima della quinta votazione.
“Voteremo Casellati, seconda carica dello Stato, donna. Un’apertura verso l’altra metà campo. Stiamo facendo quello che possiamo per decidere. Dall’altra parte muovano un passo in avanti. Hanno detto no su tutti, almeno otto nomi. E non hanno fatto un nome. La Sinistra sta bloccando il quadro. Se mostrassimo di essere la maggioranza relativa sarebbe logico scegliere un candidato del campo del Centrodestra. Dobbiamo dimostrare di avere i numeri“, ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia.
“Crisi di governo? La Casellati è stata votata anche dal Movimento 5 Stelle. È la seconda carica dello Stato ed è la proposta più istituzionale. Potevamo fare candidature più politiche e più divisive. Lo dico per un fatto di rispetto per gli elettori del Centrodestra. Dire che non esistano candidati nell’area culturale del Centrodestra non è corretto. Sembra che se non abbia la tessera del Pd non si possa eleggere il Presidente della Repubblica. Io non voglio giocare sulle spaccature degli altri ma non mi sembra che siano particolarmente compatti”.